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    Articolo Uno verso un nuovo soggetto di sinistra con il Pd, ma la minoranza non ci sta e minaccia la scissione

    Articolo Uno verso la partecipazione al congresso “costituente” di un nuovo partito col PD, la minoranza non ci sta e va “verso il partito del lavoro”

    Di Maurizio Ribechini
    Pubblicato il 7 Nov. 2022 alle 08:11 Aggiornato il 7 Nov. 2022 alle 08:23

    Proseguono i movimenti e rimescolamenti nella sinistra italiana: nelle scorse ore in particolare è emersa una novità rilevante in Articolo Uno, il partito fondato nel 2017 da Pierluigi Bersani e attualmente guidato da Roberto Speranza. Domenica 6 novembre la direzione nazionale ha approvato con l’88% dei voti favorevoli la proposta del segretario nazionale di partecipare al percorso costituente di un nuovo soggetto politico: di fatto Articolo Uno è in procinto di partecipare al prossimo congresso “costituente” annunciato recentemente dal PD per marzo 2023. Ricordiamo che alle elezioni di settembre i due partiti avevano corso nella stessa lista elettorale, chiamata “Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista”, nella quale sono stati eletti anche alcuni parlamentari di Articolo Uno.

    La nota diffusa oggi dal partito di Speranza spiega: “Con profilo organizzativo autonomo e con la nostra identità politica e programmatica coinvolgeremo la base degli iscritti e ci confronteremo con movimenti, soggetti sociali e associazioni. Lavoreremo perché non sia un passaggio ordinario e dall’esito scontato: la crisi del centrosinistra è profonda e c’è bisogno di una discussione larga, inclusiva, diffusa che coinvolga un mondo largo fuori dal Pd come da Articolo Uno”. 

    Inoltre Articolo Uno annuncia: “Daremo il nostro contributo anche con l’assemblea nazionale che si terrà a dicembre. Un congresso è davvero costituente solo se ha il coraggio di rimettere in discussione tutto, a partire dall’identità e dalla cultura politica per arrivare alla natura e alle regole del nuovo partito. Noi ci batteremo per affermare le ragioni di una forza ecologista e socialista, radicata nel mondo del lavoro, che ricostruisca un campo progressista capace di rappresentare un’alternativa credibile alla destra”.

    Intanto però la minoranza interna di Articolo Uno – essenzialmente il 12% di coloro che non hanno votato la proposta di Speranza – non ci sta e fa sapere di “non voler abbandonare le ragioni fondamentali per le quali decidemmo di dare vita ad Articolo 1”, spiegando che “la prossima ormai tracciata chiusura di Articolo 1 con il rientro nel PD altro non potrà produrre se non nuove fughe nel ‘bosco’, nuovi abbandoni e delusioni”. 

    I dissidenti aggiungono: “Nemmeno l’annunciato fallimento del listone alle ultime elezioni politiche è purtroppo servito a fermare una deriva intrapresa da tempo e sempre ipocritamente negata fino all’ultimo congresso nazionale che abbiamo svolto. A noi compete adesso di confermare le grandi e nobili ragioni per le quali nel 2017 decidemmo di dare vita a un processo il cui obiettivo era e rimane quello di ricostruire e riorganizzare la sinistra italiana”.

    La minoranza di Articolo Uno annuncia anche un appuntamento nazionale pubblico per il 3 dicembre a Roma, che rappresenterà il debutto ufficiale dell’area politica che è stata definita “Verso il partito del lavoro”. L’obiettivo è quello di “indicare non già una forza politica nuova e definita, ma un processo, una soggettività politica in movimento aperta e inclusiva”. Da qui l’invito a partecipare all’incontro alle espressioni e rappresentanze di altre forze organizzate del campo progressista e della sinistra. 

    Insomma, per dicembre si annunciano due diverse assemblee nazionali: una della maggioranza di Articolo Uno in vista del congresso “costituente” di un nuovo partito col PD e una della minoranza che vuol andare “verso il partito del lavoro”.  Se non è una scissione, poco ci manca.

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