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    Approvato emendamento Salva-Radio Radicale: a che punto è la battaglia della storica emittente?

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 13 Giu. 2019 alle 13:17 Aggiornato il 13 Giu. 2019 alle 14:37

    Approvato emendamento Salva-Radio Radicale | A che punto è la battaglia della storica emittente?

    Approvato emendamento Salva-Radio Radicale | Giovedì 13 giugno le Commissioni Bilancio e Finanze alla Camera hanno dato il via libera all’emendamento a firma Pd che “salva” Radio Radicale.

    Cosa sta succedendo a Radio Radicale e perché se ne parla tanto

    L’emendamento, votato da tutti i partiti tranne dal M5s, prevede per la storica emittente un finanziamento di 3 milioni per il 2019 per “concludere l’attività di digitalizzazione e messa in sicurezza degli archivi”.

    Il testo è stato riformulato su proposta della Lega, ma il governo ha dato parere contrario. La Lega ha quindi votato con le opposizioni.

    “Il via libera all’emendamento che permetterà a Radio Radicale di continuare a trasmettere dimostra che, quando sono in gioco la difesa della libertà di espressione e i valori della Costituzione, non c’è contratto o alleanza di governo che tenga”, ha affermato la Federazione nazionale della Stampa italiana.

    Radio Radicale: a che punto è la battaglia

    Quello di oggi è un primo successo per Radio Radicale, la cui convenzione era scaduta lo scorso 20 maggio. L’approvazione dell’emendamento in commissione Bilancio e Finanza alla Camera è solo un primo passaggio, in attesa dell’approvazione in Aula della Camera e poi in commissione e Aula del Senato.

    I prossimi passaggi prevedono poi che venga bandita al più presto una gara per l’assegnazione del servizio delle trasmissioni delle sedute del Parlamento, come previsto da una mozione a firma Lega-M5s.

    Radio Radicale al momento è infatti l’unica emittente a ricevere un finanziamento pubblico e l’autorizzazione per trasmettere in diretta le sedute parlamentari.

    Approvato emendamento Salva-Radio Radicale | Cosa pensa il M5s di Radio Radicale

    La reazione del M5s e di Luigi Di Maio di fronte il voto della Lega è stata molto dura.

    “Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd! Dopo di che si va avanti, perché siamo persone serie”, ha detto Di Maio.

    “Oggi la maggioranza di governo si è spaccata, per la prima volta. È stato così, è inutile nasconderlo.  Si è spaccata su una proposta presentata dai renziani del Pd che prevede di regalare altri 3 milioni di euro di soldi pubblici, soldi delle vostre tasse, a Radio Radicale”, dice il vicepremier leghista.

    Luigi Di Maio non fa mistero del suo essere contrario alla convenzione a Radio Radicale, emittente privata che negli anni ha ricevuto “250 milioni di soldi pubblici”.

    “Siamo arrivati al paradosso secondo cui, dopo aver stanziato nuovamente per il 2019 ben 9 milioni di euro (già questo per noi è assurdo), oggi il Pd ne ha persino chiesti altri 3 (4 milioni anche per il 2020). E tutti i partiti, compresa la Lega, gli hanno detto di sì, hanno votato per regalare altri soldi delle vostre tasse a una radio privata”, scrive Di Maio.

    “Cari cittadini, troverete anche 3 milioni di euro in più delle vostre tasse donati a Radio Radicale, una radio privata che ospita giornalisti con stipendi da capogiro di anche 100mila euro l’anno. Tutti pagati con i vostri e i nostri soldi, da sempre”, prosegue.

    “Un saluto a tutte le radio italiane che ogni giorno, con sacrifici e grandi difficoltà, si danno da fare, senza soldi pubblici, per offrire un servizio importante e pluralista all’Italia”. 

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