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    Ricordando il 3 ottobre 2013, Soumaila Diawara: “Nel Mediterraneo non c’è più nessuno perché sono tutti morti” | VIDEO

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 3 Ott. 2020 alle 21:11 Aggiornato il 4 Ott. 2020 alle 00:43

     

    3 ottobre, Soumaila Diawara: “Nel mar Mediterraneo non c’è più nessuno”

    Sono trascorsi sette anni da quando il 3 ottobre 2013 368 migranti persero la vita a ridosso delle coste di Lampedusa, nel naufragio che ha gettato i riflettori su un fenomeno fino a quel momento ignorato, perché i corpi dei morti rimanevano nei fondali del mare. Soumaila Diawara, poeta originario di Bamako, in Mali, giunto in Italia nel 2014 attraverso un barcone partito dalla Libia, ha ricordato la strage di Lampedusa nel corso della manifestazione che si è tenuta a Roma il 3 ottobre 2020 in piazza Santi Apostoli, organizzata dall’Associazione “Neri Italiani Black italians” e da tante realtà che si battono per il riconoscimento della cittadinanza agli italiani di seconda generazione, per l’abolizione dei decreti sicurezza e degli accordi tra Italia e Libia finanziati dall’Unione Europea.

    “Credo che sia il momento che la politica prenda la sua decisione, prenda delle misure per evitare altri morti, perché sta dimostrando che l’umanità si sta spegnendo”, dichiara Soumaila a TPI. Sul palco legge una poesia che descrive un mar Mediterraneo ormai vuoto, in cui il “nero colpevole” è affondato o è “in carcere sull’altra sponda”, in Libia. “Potete girarvi e vedere pure senza occhiali”, assicura al pubblico che lo ascolta in piazza. “L’Europa deve capire che in mare non c’è più nessuno perché sono tutti morti. Se non vedono più nessuno non vuol dire che i migranti non partono più, ma che sono stati abbandonati. Ed il mar Mediterraneo è diventato un cimitero”.

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