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    I dieci punti del M5S e i cinque punti del Pd a confronto: ecco cosa unisce e divide il blocco “giallorosso”

    Foto: Di Maio e Zingaretti

    I nodi da sciogliere per un accordo di governo

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 23 Ago. 2019 alle 14:20 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:28

    I 10 punti del M5S e i 5 punti del Pd a confronto

    Ai 5 punti per trattare con il M5S elencati dal segretario Pd Nicola Zingaretti, i penstastellati hanno risposto con 10 punti elencati al Quirinale da Luigi Di Maio: ecco un confronto tra le due richieste per provare a raggiungere l’accordo “giallorosso” per un governo.

    Economia

    In campo economico Zingaretti ha chiesto una “svolta” nelle ricette finora messe in campo, un cambiamento “in chiave redistributiva”, “che apra una stagione di investimenti”. Di Maio al Colle ha parlato di manovra economica che “dev’essere equa”, e deve contenere la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale e misure a sostegno delle famiglie, della natalità, dei disabili e per l’emergenza abitativa. “Avevamo promesso di abbassare le tasse alle imprese che assumono e va fatto. E va dichiarato illegale uno stipendio di 2 o 3 euro l’ora”, ha aggiunto il ministro di Lavoro e Sviluppo Economico.

    Le visioni sono certamente diverse, considerando che i governi Renzi e Gentiloni hanno dato particolare attenzione alla tenuta dei conti pubblici, mentre M5S e Lega nella loro prima manovra hanno rivisto i piani sul rapporto deficit/pil. L’intesa non è tuttavia impossibile se si considera l’obiettivo comune di evitare l’aumento Iva e di tutela alle fasce più deboli. Certamente molte posizioni dovranno essere concordate ben prima di siglare l’accordo. Il Pd chiede sulla legge di Bilancio chiede un accordo di massima prima della formazione del governo.

    Ambiente

    Per quanto riguarda l’ambiente Zingaretti ha indicato come linee guida per un programma comune la ricerca di uno “sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale”. “Serve un cambio di paradigma”, ha poi rilanciato Di Maio al Quirinale, annunciando gli obiettivi di un’Italia al 100 per cento Rinnovabile, di un Green New deal per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. “I piani di investimento pubblici – ha continuato il capo politico M5S – dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente” e affrontare “il nodo dei cambiamenti climatici”. E poi: “Basta inceneritori, No alle trivelle , Sì all’economia circolare” e a una “legge sui rifiuti zero e sugli investimenti alla mobilità sostenibile”.

    In questo caso le convergenze sembrano più semplici da trovare, considerando che quelle per la tutela dell’ambiente sono battaglie storiche sia della sinistra che del Movimento 5 Stelle. Una sensibilità comune che potrebbe rappresentare un grande spinta per l’intesa.

    Migranti

    La questione migranti è certamente uno dei maggiori punti di divergenza tra Pd e M5S, uno dei nodi più difficili da sciogliere per un’intesa comune. Durante il governo Conte la gestione dei flussi e l’accoglienza sono stati terreno di un duro scontro tra maggioranza e opposizione. Zingaretti nei 5 punti ha chiesto apertamente un “cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa”. Di Maio, invece, parlando di legalità ha parlato di “inasprimento delle pene per chi organizza i traffici illeciti e serio contrasto a chi organizza l’immigrazione clandestina”.

    Al centro dell’attenzione ci sono soprattutto i due decreti Sicurezza cari alla Lega e a Matteo Salvini. Secondo le indiscrezioni di stampa una delle condizioni poste da Zingaretti sarebbe l’abolizione totale dei due provvedimenti, una condizione che potrebbe non essere accettata considerando che il Movimento 5 Stelle nei 14 mesi di governo ha condiviso la linea del Carroccio senza particolari conflitti.

    Riforme

    Sulle riforme Di Maio ha posto l’accento sul taglio del numero dei parlamentari, la legge costituzionale che sarebbe stata approvata definitivamente con un ultimo passaggio alla Camera e che è stata tema di scontro con la Lega in fase di definizione del calendario della crisi. Nel suo intervento al Quirinale il capo politico M5S ha definito la riduzione del numero di deputati e senatori un “obiettivo di legislatura” indicandola come primo dei 10 punti per un accordo. Il Pd in Parlamento non ha mai votato il taglio ma non pone una chiusura netta ai potenziali alleati. I Dem dicono no alla riforma come è stata scritta e votata fino ad oggi e preferirebbero affiancare a un nuovo ddl anche una nuova legge elettorale.

    Giustizia

    Tema delicato è infine la giustizia. “Dobbiamo dimezzare i tempi della giustizia e riformare i modi di elezione del Csm”, ha detto Di Maio al Quirinale. “I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: massimo 4 anni per avere una sentenza definitiva”. Il Pd sarebbe disposto a valutare sulla riduzione dei tempi di durata di un processo, ma non sulla scelta dei membri del Consiglio superiore della magistratura.  Il metodo del sorteggio dei togati dell’organo di autogoverno dei giudici, proposto dal M5S, è fortemente criticato.

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