Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Opinioni
  • Home » Opinioni

    Il disastro di Solinas: per tutelare le discoteche ora la Sardegna ha perso anche la Rolex Cup

    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 7 Set. 2020 alle 12:17 Aggiornato il 7 Set. 2020 alle 13:04

    A fine giugno era arrivata la bella notizia: la Maxi Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup, due tra le più importanti regate veliche del mondo, si svolgeranno regolarmente a settembre, a Porto Cervo. “Lo Yacht Club Costa Smeralda riaprirà i battenti a luglio, si annunciava”. Insomma, una grande sollievo per organizzatori, sponsor, partecipanti, addetti al settore, lavoratori coinvolti. L’annuncio specificava anche che il tutto si sarebbe svolto tenendo conto dell’emergenza, dunque iscrizioni digitali, premiazioni all’aperto con poca gente in platea, vietati i party nello Yacht Club ma concesse le cene degli armatori, naturalmente rispettando il distanziamento. Addirittura, si prometteva di evitare la sovrapposizione dei due eventi velici per non ritrovarsi tutti gli equipaggi presenti sul posto nello stesso momento.

    Insomma, promesse virtuose. Promesse non proprio mantenute, visto che a Ferragosto, la musica proveniente dallo Yacht club a momenti si sentiva fino ad Olbia: i clienti, tutti adulti, ballavano come se niente fosse, tanto da creare malumore in qualche iscritto (un paio di imprenditori hanno dato le dimissioni nei giorni seguenti). Il 25 agosto, allo Yacht Club, c’erano tre membri dello staff positivi, degli iscritti non si è saputo nulla. Come siano poi andate le cose nel resto della Costa Smeralda lo sappiamo. Discoteche all’aperto e al chiuso affollate, nessuna mascherina, dichiarazioni strafottenti di alcuni gestori di locali e il presidente di regione che non ha messo uno stop a tutto questo.

    Perché diciamolo: quel Solinas che ora vuole denunciare non si sa bene chi per aver danneggiato mediaticamente la Sardegna e aver provocato danni irreversibili al turismo, dovrebbe, al limite, auto-denunciarsi. Gli rinfreschiamo la memoria: il 10 agosto arriva il dpcm che chiude i locali fino al 7 settembre, ma lascia alle Regioni la possibilità di decidere in autonomia. In Sardegna ci sono già segnali preoccupanti, tra questi i venti contagiati in una discoteca a Carloforte. Solinas decide che le discoteche resteranno aperte, dice in assemblea: “Faremo una sintesi su tutte queste esigenze, tecnico scientifiche, sanitarie e di controllo per tentare di non sacrificare gli investimenti nel settore e la ripresa”.

    Quindi nella sua ordinanza firmata in tutta fretta, specifica, andando ben oltre il ridicolo, che nelle piste da ballo si dovrà rispettare la distanza di due metri. Ovviamente la vigilanza è delegata ai gestori dei locali. Che se ne fregano. E non è che lo facciano nel segreto di un monastero umbro. Lo fanno alla luce del sole, anzi, delle strobo. Nessun controllo, molti video e foto delle resse nei locali che circolano, i primi articoli di denuncia. Poi il disastro dei contagi, i locali chiusi, Briatore, Berlusconi, la Costa Smeralda nuovo focolaio. Qual è stato, dunque, il prezzo di “non sacrificare gli investimenti nel settore e la ripresa”, come ha detto Solinas l’11 agosto in assemblea?

    Il prezzo è che ha pagato l’intero settore turistico sardo travolto dalle disdette, anche quello lontano dalle discoteche, quello lontano dalla Costa Smeralda, quello degli hotel, dei campeggi, dei ristoranti, dei locali senza assembramenti, dei villaggi turistici, dei commercianti. Delle tante attività a conduzione familiare, della Sardegna che non balla accalcata stappando bottiglie di Cristal in discoteche cafone. La Sardegna che dovrebbe chiedere spiegazioni a Solinas: perché quell’11 agosto, quando si è trovato davanti al bivio, non ha fatto marcia indietro? Non è vero che ha tutelato gli investimenti nel settore turismo, ha tutelato un settore ben specifico, quello della notte, quello che ha dietro imprenditori potenti che gliel’avrebbero giurata.

    Non ha tutelato tutti gli altri. Non ha tutelato il turismo, ma un certo tipo di turismo. Quello che non aveva voce. E ha sacrificato anche una buona fetta di Costa Smeralda, che non è solo discoteche. E quindi torniamo alla premessa: la Maxi Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup di Porto Cervo sono state annullate. La negligenza della politica e dei gestori dei locali ha portato lo Yacht Club Costa Smeralda (che ha la sua fetta di responsabilità) a cancellare a pochi giorni dal via due eventi velici tra i più importanti a livello mondiale e senza dubbio i più importanti a livello nazionale.

    Equipaggi, team, gli sponsor, maxi yacht di armatori come per esempio Rybolovlev erano in buona parte già in Sardegna o stavano arrivando. Da un minuto all’altro si sono spostati tutti in Toscana, a Marina di Scarlino. L’evento si chiamerà “Sfida Swan Tuscany” e si svolgerà dal 9 al 12 settembre. Inutile specificare – o forse è bene farlo –  che si parla di un danno da milioni di euro per tutto l’ecosistema del turismo sardo. Ne beneficia, in compenso, la Toscana. Mentre attendiamo di sapere chi denuncerà Solinas, noi ci permettiamo di invitarlo, intanto, a costituirsi.

    Leggi anche: “Tutti sapevano”, ma nessuno si è fermato: così la Sardegna è diventata il nuovo focolaio d’Italia

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version