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    Quel silenzio feroce di Lamorgese sugli scontri di Torino tra polizia e studenti

    Ansa
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 3 Feb. 2022 alle 15:53 Aggiornato il 10 Feb. 2022 alle 15:30

    Nel silenzio complice di una politica tutta presa dalle elezioni per il Colle, giovedì 28 gennaio si è consumato l’ormai tristemente noto scontro tra le forze di polizia e i giovani studenti che manifestavano per la morte di Lorenzo, il 18enne deceduto al suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro.

    Da quegli scontri c’è ancora chi ne sta pagando le conseguenze. Come riporta Selvaggia Lucarelli su Domani, un ragazzo poco più che maggiorenne è ancora ricoverato in ospedale a Torino, per via di un’emorragia cerebrale che non si è ancora riassorbita. Ma non solo, dagli scontri precedenti, una sedicenne di Milano è costretta a siringhe di anti-dolorifico per gli ematomi alle gambe. Una 14enne ha sei punti in testa per via di una manganellata ricevuta a Roma. E tornando a Torino, una 18enne ha un’anca rotta.

    Abbiamo aspettato le contrattazioni al vetriolo, le votazioni per il Quirinale e gli accordi di Governo, eppure, di questi scontri, delle manganellate ai minorenni, delle ragioni della polizia e dei fatti, i fatti, la ministra degli Interni Luciana Lamorgese ancora non si è interessata. O almeno, a tutti ha lasciato un grande silenzio.

    Nei giorni scorsi, in verità, già qualche esponente del Pd ha sottolineato la gravità dell’accaduto. Matteo Orfini, cinguettava su twitter: «A Roma gli studenti che manifestavano dopo la morte di Lorenzo Parelli sono stati caricati dalla polizia e presi a manganellate senza ragione. Nella stessa città fu consentito ai fascisti di Forza Nuova di assaltare la sede della Cgil. Ministra Lamorgese, le pare normale?».

    Un’interrogazione parlamentare al governo e alla ministra Luciana Lamorgese per dare «spiegazioni e scuse» agli studenti scesi in piazza e a tutti i cittadini è stata depositata ieri, 31 gennaio, da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana.

    Dalla Questura di Roma dicono a Open che i manifestanti avrebbero «lanciato petardi sulle forze dell’ordine e che quindi è stato necessario intervenire», ma al momento le autorità non rilasciano dichiarazioni ufficiali. «La Ministra dell’interno si attivi per raccogliere ogni elemento e informazione utile a comprendere se nelle manifestazioni studentesche degli ultimi giorni vi sia stata una reazione sproporzionata ed eccessiva nei confronti degli studenti e delle studentesse e conseguentemente, ad individuare, i responsabili ad ogni livello della catena di comando», si legge nel testo.

    In un Paese civile e non accecato da meri scopi di potere, una situazione del genere sarebbe al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica. In un Paese civile, la ministra degli Interni avrebbe prontamente garantito ai cittadini piena luce su fatti che se confermati sarebbero a dir poco scandalosi. Senza aggiungere, che molti video parlano da sé.

    Di colpi ne sono già stati battuti parecchi, ministra Lamorgese, se c’è, batta il suo.

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