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    Volevamo ripensare gli spazi, ma non riusciamo a fare a meno dell’auto

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 23 Lug. 2022 alle 13:47 Aggiornato il 14 Nov. 2023 alle 13:48

    Le crisi sono in grado di smascherare problemi più profondi e più radicati nei nostri contesti sociali, e quella energetica in corso ha messo un’altra volta in evidenza quanto, in Italia, non si riesca proprio a superare la dipendenza dall’auto privata.

    Mentre la Spagna ha deciso di rendere gratuiti i treni di tutto il Paese per i prossimi mesi e la Germania ha optato per un abbonamento agevolato per i mezzi pubblici, in Italia il governo ha sì stanziato poco meno di nove miliardi da qui al 2030, ma per sostituire la propria auto con una ibrida, elettrica o a basse emissioni di CO2. Ed è perfettamente sensato sostenere l’acquisto di auto sostenibili assecondando un cambiamento già in atto, ma rimane una questione: in Italia continuiamo a preferire il sostegno al mezzo privato anziché disincentivarlo in favore delle alternative.

    È perfettamente legittimo, ovviamente. Ma spiace non si sia mai fatta una seria riflessione su quanto le nostre città potrebbero essere più vivibili fornendo alternative concrete e percorribili all’auto privata. Perché questo è il messaggio che viene dato da governi come quello spagnolo e quello tedesco nel momento in cui abbassano i costi del trasporto pubblico, incentivando a usufruirne a discapito dell’auto privata. Qualcosa che forse sarebbe stato giusto fare anche in Italia, dove le auto elettriche sostenute dall’ecobonus si basano comunque su una fonte energetica che importiamo per una parte consistente dall’estero.

    Tante volte, durante i momenti più drammatici della pandemia di Covid avevamo immaginato un futuro più sostenibile, basato in gran parte sul modo in cui viviamo gli spazi, ma il modo in cui stiamo tornando alla normalità e in cui stiamo affrontando la crisi energetica non sembra andare in questa direzione.

    Quelle città che sarebbero dovute diventare a misura d’uomo sono tornate a essere a misura di automobile, quelle misure che dovevano cogliere l’occasione per ridisegnare il futuro continuano in gran parte ad assecondare il presente. Saranno anche ibride o elettriche, sono senz’altro necessarie per alcuni tipi di spostamenti, me incentivare l’acquisto dell’automobile significa comunque sostenere un mezzo che contribuisce al traffico, rallenta gli spostamenti, occupa spazio utilizzabile per fini migliori. Idem intervenire sul prezzo del carburante significa provare a mettere una toppa su un prezzo in forte salita ma la cui crescita non dipende solamente dal governo ma anche da fattori esterni.

    Sostenere il mezzo pubblico, come fatto in Spagna e Germania, significa fare un investimento sul futuro e avere un’idea chiara di mobilità e di vivibilità degli spazi. Dunque, avere un’idea chiara di cosa si voglia fare: il principio base per perseguire qualsiasi obiettivo. Forse è proprio questo che tante volte è mancato al nostro Paese.

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