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    Per quanto tempo ancora dovremo ignorare le sparate di Giambruno? (di L. Tomasetta)

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 19 Ott. 2023 alle 10:03 Aggiornato il 19 Ott. 2023 alle 10:07

    Poteva essere una parodia di Crozza e invece il fuorionda trasmesso da Striscia La Notizia su Andrea Giambruno – il fuoco amico per intenderci – è stato solo Giambruno parodia di sé stesso. Il Tg satirico ha mostrato in prima serata un fuori onda della trasmissione condotta dal giornalista Mediaset Diario del Giorno, su Rete4. Nell’estratto, il compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni si lamenta delle critiche ricevute per il suo «ciuffo» che «crescerà con gli ascolti», aveva già detto in un’intervista al settimanale Chi. «Ma non mi rompessero il ca**o col ciuffo, ho 42 anni e ho i capelli, qua dentro sono tutti pelati, ma non mi rompessero i cog***ni, qua c’è gente che bestemmia in onda, mi vanno a guardare i capelli», si sente nella clip.

    In un secondo momento poi, tra una pausa e l’altra dalla diretta, il conduttore si avvicina alla giornalista in studio e afferma: «L’unico giudizio che conta per me è quello della Viviana, ma la bellezza di questo blu estoril», dice Giambruno riferendosi al colore della camicia della collega. «Una donna acculturata come te dovrebbe saperlo che si chiama blu estoril, non è blu Cina, non ti si addice, tu sei di un livello superiore». E poi: «Meglio oggi? Sei di buon umore? Mi è dispiaciuto vederti un po’… Se una donna intelligentissima, ma perché non ti conosciuta prima, è incredibile», conclude.

    La clip fa anche ridere, d’altronde la parola d’ordine del programma di Antonio Ricci è leggerezza. Chi non ha visto nelle movenze e nel sour faire del giornalista quel tocco inconfondibile del mitico Enzo di un “Sacco Bello”? Il simpatico borgataro romano interpretato da Carlo Verdone che sull’asfalto della calura romana cerca di organizzare un improbabile Ferragosto a Cracovia. Come dimenticarlo.

    E così lo studio di Rete4 magicamente si trasforma nelle strade del quartiere industriale di Roma, Ostiense. Battute, risatine, movenze e atteggiamento da simpatico gradasso. Giambruno è l’amico buono, quello che fa il maschio alfa perché sa come parlare alle donne, ma che in fondo si preoccupa dell’umore della collega («Meglio oggi? Sei di buon umore? Mi è dispiaciuto vederti un po’»). Chi non se la sente di giustificare Giambruno? In fondo chi di noi non ha mai incontrato a lavoro un collega così? E poi, diciamolo, trattasi di un fuorionda. Il giornalista è ripreso a tradimento mentre inganna i tempi morti della trasmissione con una battuta sul ciuffo e un siparietto con la collega. In fondo, qual è la sua colpa? Essere il compagno della premier?

    Sì, va bene, il ruolo avrà certo un peso. Ma Giambruno «non prende ordini da Meloni», come lui stesso ha dichiarato. E non sembra averlo preso seriamente in considerazione. D’altronde, già in onda non si è fatto scrupolo di esternare alcune considerazioni sul ruolo delle donne e dei migranti («Se non ti ubriachi, il lupo lo eviti»; «transumanza dei migranti»). Dunque perché fingere? È una questione di opportunità? Di apparenza?

    Insomma è la stampa a volerci leggere del male. Sono i detrattori, anzi, le detrattrici, a voler per forza criticare questi atteggiamenti burleschi. Non sappiamo neanche se la collega Guglielmi abbia gradito la sottile ironia. E non è compito nostro indignarci. O sì?

    Andrea Giambruno si lascia andare ad atteggiamenti che ben poco sembrerebbero avere a che fare con uno studio televisivo. Sorseggia una bibita, gesticola e si muove da una parte all’altra dello studio con fare beffardo. Lei si limita ad ignorarlo, sta pacatamente al gioco per tenerlo buono e accontentarlo, ma non sembrerebbe così entusiasta. Insomma, il punto è che qui si tratta di opportunità. Il gioco fa ridere perché a fare le battute e le movenze è un uomo. Pensare a una donna che sul luogo di lavoro si esprime e si rivolge in quel modo darebbe certamente fastidio a tutti. Ci muoviamo dunque sulla solita e sottilissima linea della fallocrazia. Sul confine di ciò che è universalmente accettato perché “innocuo” e ilare perché fatto da un uomo.

    Il problema non è che la persona in questione sia il compagno della premier. Non cambia il peso di questo diffuso costume retaggio di un passato ormai insopportabile. Il problema è dover continuare a sospirare, ad alzare gli occhi al cielo, ad alzare le spalle, mentre gli altri ridono beatamente. E questo, noi donne, lo sappiamo bene.

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