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    “La cosa più importante è la sobrietà”: la nuova vita di Lapo Elkann parte da Twitter

    Il profilo Twitter di Lapo Elkann è il suo vero rehab, grazie al quale mostra il lato migliore di sé: "La cosa più importante nella mia vita è la sobrietà. Senza non ci può essere futuro". Il commento di Piero Luigi Sevolta

    Di Piero Luigi Sevolta
    Pubblicato il 10 Feb. 2020 alle 10:47 Aggiornato il 10 Feb. 2020 alle 11:04

    “La cosa più importante è la sobrietà”: la nuova vita di Lapo Elkann parte da Twitter

    In una delle scene più importanti del capolavoro di Robert Zemeckis, Roger Rabbit è braccato, nascosto nel doppio fondo di una parete di legno con il giudice Morton che gli dà la caccia per scioglierlo in salamoia. Questo losco figuro conosce il senso dell’umorismo da baraccone del coniglio e sa che per stanarlo basterà canticchiare ‘Ammazza la vecchia…’ che il protagonista, impossibilitato a resistere, dovrà saltare fuori dal suo pertugio per completare la frase in modo teatrale. ‘Col fliiiiic!’, e così avviene.

    Allo stesso modo nessuno, dotato di un’anche sbiadita e vacua dose di ironia, può pensare di avere più autocontrollo di Roger Rabbit quando la conversazione, durante una tranquilla cena in famiglia come a un importante vertice di amministratori delegati, si sposta per qualche imperscrutabile motivo su Lapo Elkann. Avete sorriso, lo so benissimo. Il solo nominarlo genera ilarità, perché le sue notti sono più famose di quelle di Sherazade e, come si suol dire, ne ha sempre combinata una più di Bertoldo. È un istinto primordiale, un po’ come quello di lanciare le proprie feci contro i rivali e ruttare a fine pasto: fisiologico e comprensibile, ma l’evoluzione ha fatto il proprio corso e ha reso obsoleta più di un’abitudine consolidata, diventata nel frattempo superflua.

    Lapo Elkann è tornato su Twitter a novembre, dopo una pausa dai social durata quasi tre anni, annunciando che lo fa soltanto per parlare dei progetti della fondazione LAPS, la sua Libera Accademia Progetti Sperimentali, che lancia con un video in cui parla degli abusi subiti, della dislessia e dichiara che la fondazione si occuperà principalmente di supporto ai ragazzi con dei problemi e della loro risoluzione. Salta subito agli occhi il parallelismo con il Centro Derek Zoolander per ragazzi che non sanno leggere bene, ma non è questo il punto.

    Quello è stato solo il primo di un centinaio di tweet in cui Lapo Elkann interagisce con il mondo in un modo totalmente inedito: pacato, empatico, ironico, universalista. Fa sapere di star seguendo il Programma dei Dodici Passi e che ‘ogni giorno vissuto in sobrietà è una conquista’, e l’impressione è che il suo profilo twitter sia parte integrante del suo programma di riabilitazione, se non il cardine. Lapo è un pacioso profeta di pace e di speranza, e infatti uno dei primi tweet è proprio un ringraziamento al Papa, meritevole di aver abolito ‘il segreto pontificio nei casi di violenza e abusi sui minori. Un gesto davvero importante arrivato nel giorno del suo compleanno. Auguro a @pontifex_it tanta serenità e tanto amore’. Ma il santo Padre non è l’unico modello da seguire per Lapo.

    Ci sono anche i padri fondatori dell’Europa, nelle persone di Schuman, Adenauer e Alcide de Gasperi. ‘Una Unione debole non è degna dei suoi fondatori e non ha la forza di incidere su nulla’, tuona imperioso. E ancora ‘È la giornata mondiale dell’educazione: io non sono stato uno studente modello. Ho avuto il privilegio di avere mentori come mio nonno, Kissinger, Marchionne. A tutti però dico: NON SEGUITE IL MIO ESEMPIO. La scuola prima e l’uni poi sono fondamentali per costruire il proprio futuro’.

    È una delle risposte a quest’ultimo tweet, però, che ha il potere di disarmare il lettore e di catapultarlo immediatamente dalla parte di Lapo. È di un suo professore del liceo che risponde al suo ex alunno così: “Caro Lapo, questo tweet ti fa onore ma su un punto devo dissentire. Sei stato mio studente, e raramente ho avuto in aula qualcuno più affamato di conoscenza. Certo, alla naturale curiosità serve associare il metodo, che invece si acquisisce con la disciplina. Non demordere”.

    Confesso che è stato questo il momento in cui davvero la pesante corazza del sarcasmo mi è scivolata di dosso con un silenzioso frastuono. Ci ho visto dentro una storia, una vita, un lungo flashback narrativo di cui il protagonista non è uno yuppie con una storia di droga ed eccessi, ma un ragazzo fortunato e sfortunato allo stesso tempo che lotta contro se stesso, contro i suoi demoni, con mentori coraggiosi e loschi figuri, moderni Gatto e Volpe a strattonarlo continuamente nella selva oscura. Ho scoperto un Lapo nuovo, e me ne sono innamorato.

    “La cosa più importante nella MIA vita è la sobrietà. Senza non ci può essere futuro. Come sanno tutti coloro che che ogni giorno combattono con i propri demoni”, ribadisce. E ancora “Spesso la vita non ci dà il tempo e capiamo importanza di fermarci ai box SOLO quando siamo obbligati. Pur essendo momenti faticosi questi sono momenti importanti che ci fanno CRESCERE. Aiuta a capire i VALORI della vita”. Non sono sprazzi di genio, sia chiaro. Non c’è lirismo studiato a tavolino negli aforismi di Lapo, ma solo un sincero moto di spirito.

    A volte anche spiritoso, come quando risponde ai vari Roger Rabbit che non vogliono, o possono, abbandonare la loro gretta vena umoristica. A chi gli scrive “Cerca di metterti in riga. Ops scusa forse non dovevo usare la parola riga” risponde “Per il 2020 auguro a lei ed a tutti i suoi simili di aggiornare il repertorio. Comprendo i limiti oggettivi, ma il mio auspicio è che unendovi in gruppo possiate, dopo lunghe riflessioni, riuscire a dire qualcosa di nuovo. Ne dubito, però mai dire mai”.

    C’è più sferzante ironia nelle sue repliche che nei timidi “Ok le donne, ma i trans?” su cui lui plana con “Tutti hanno diritto ad avere ruoli decisionali nella società senza distinzioni/discriminazioni. Anche quelli che passano tutto il giorno su Twitter a fare i simpatici e diffondono scemenze con nomi fantasiosi. A loro la mia totale solidarietà per il difficile ed impegnativo compito”, come un delicato sollevamento di sopracciglia.

    Il profilo Twitter di Lapo Elkann è il suo vero rehab. Lo nobilita presso se stesso e presso chi lo legge, dà alla società una nuova veste per il rampollo degli Agnelli e che sia vero o no, alla fine, non è davvero importante. Tra qualche educato sfottò calcistico (la sua battuta sulla maglietta fronte Juve e retro Inter di Amadeus a Sanremo ha realizzato quasi 15mila like) ed annuncio societario, Lapo twitta la versione migliore di sé. Ed è bellissima.

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