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    Indiscreto: Draghi risentito con Mattarella per la mancata elezione al Quirinale

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 12 Feb. 2022 alle 10:53 Aggiornato il 12 Feb. 2022 alle 11:52

    Ci saranno anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi al Summit: “Mediterraneo frontiera di pace” che si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio prossimi. Un vero e proprio rendez-vous tra i poteri che comandano in Italia (Quirinale, Vaticano e palazzo Chigi). L’annuncio è stato dato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento che sarà chiuso, domenica 27 febbraio da Papa Francesco. Mario Draghi sarà nel capoluogo toscano il 23 pomeriggio in apertura di lavori ed interverrà nel corso di un convegno organizzato con i sindaci delle maggiori città del Mediterraneo mentre il presidente Mattarella giungerà il 27 febbraio. Certo non sarà questa la sede per sfogare tutta la sua irritazione anche se chi conosce Mario Draghi sa bene che non ha ancora sbollito tutta la delusione per la mancata elezione al Quirinale, una solenne bocciatura che rischia di indebolirlo anche a livello internazionale: “Gli erano stati fatti ponti d’oro ed era uno dei motivi per il quale aveva accettato di scendere in campo e salvare il paese da capo del governo” spiega chi lo conosce bene.

    Si aspettava di ricevere tutt’altro trattamento non soltanto dai leader dei partiti politici che gli devono riconoscenza se non altro per essere riuscito a mettere in piedi un governo che sembrava una mission impossible dopo il fallimento dell’esplorazione del presidente della Camera Fico, ma si aspettava maggiore sostegno anche da parte dell’inquilino del Colle che aveva sempre ripetuto di non essere disponibile al bis. La delusione, sebbene abilmente dissimulata, è stata tanta. Già, perché se Mattarella quel sabato avesse rifiutato le profferte dei partiti, probabilmente non ci sarebbero state altre alternative che eleggere Mario Draghi al Quirinale. Ed era proprio questo ciò che il premier si aspettava. Ma così non è andata, perché il capo dello stato appena sono arrivati i capigruppo ha accettato senza troppo fiatare la proposta di rielezione. E a palazzo Chigi, capita l’antifona, non hanno potuto far altro che fare buon viso a cattivo gioco e mettersi a sponsorizzare il Mattarella bis. Insomma, l’eco della bocciatura di Mario Draghi nella corsa per il Colle rischia di farsi sentire ancora a lungo.

    Ieri in conferenza stampa ci sono state soltanto le prime avvisaglie, con messaggi “trasversali” mandati in tutte le direzioni. D’altra parte la faccia di Mario Draghi il giorno del giuramento alla Camera del Mattarella bis era tutto un programma: Giuliano Amato teneva banco, Sergio Mattarella sorridente e pronto a rispondere ad ogni battuta e Mario Draghi invece che appariva sempre fermo, irrigidito, in silenzio, sempre sulle sue, quasi fosse fuori posto. Ora nei palazzi del potere ci si chiede se la partita quirinalizia possa aver lasciato strascichi tra i due. C’è chi lo ritieni altamente probabile. Soprattutto perché Mario Draghi, che al Quirinale ci aveva ormai fatto la bocca, dovrà attendere paziente per altri sette anni.

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