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    Draghi pronto a dimettersi se non otterrà il Colle: in caso di reincarico, il premier detterà le sue condizioni

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 7 Gen. 2022 alle 11:03 Aggiornato il 7 Gen. 2022 alle 11:21

    A Palazzo Chigi ormai lo danno per scontato: “Stante la situazione non ci rimane altro da fare che salire al Quirinale oppure lasciare la presidenza del Consiglio”. Il destino di questo governo appare ormai segnato. Questo è il pensiero degli uomini più vicini a Mario Draghi. D’altra parte sembra veramente impossibile ricomporre una maggioranza di governo che comincia a fare acqua da tutte le parti.

    “La delusione più grande è stata vedere Giancarlo Giorgetti, uno che da sempre conosce e apprezza Mario Draghi, sfilarsi durante l’ultimo Consiglio dei Ministri ed acconciarsi senza fiatare ai desiderata di Matteo Salvini” spiegano dall’entourage del premier.

    L’irritazione di Mario Draghi è stata fortissima. Tanto che sarebbe già pronto il piano B: se non andasse al Colle l’ormai “ex” super Mario sarebbe prontissimo a rimettere il suo destino (leggasi dimissioni) nelle mani del nuovo presidente della Repubblica. Il tutto con la scusa del “galateo istituzionale”.

    Certo, il nuovo presidente potrebbe sempre chiedergli di rimanere al suo posto ma almeno in questo modo l’ex presidente Bce potrebbe dettare le sue condizioni e partire con un Draghi 2 nuovo di zecca. Questi sono gli scenari e le ipotesi che si vanno facendo strada tra i consiglieri del premier qualora non dovesse andare in porto l’ascesa al Quirinale.

    “Mario Draghi non ha nessuna intenzione di fare la fine di San Sebastiano” spiegano senza mezzi termini, ben sapendo quanto sarebbe dura tenere unita la maggioranza di governo nell’anno che porta alle elezioni politiche. Quindi meglio le dimissioni oppure, se venissero respinte, ripartire con un Draghi 2 completamente nuovo: in tal caso Mario Draghi non si accontenterebbe di chiacchiere da bar ma vorrebbe un vero e proprio “patto di coalizione” scritto nei minimi dettagli e controfirmato da tutti i leader della maggioranza di governo.

    Un patto di coalizione che non dovrebbe essere composto da centinaia di pagine ma da pochi punti ben chiari per “scolpire nella pietra” le priorità di governo. Altrimenti a Città della Pieve in primavera si starà benissimo.

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