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    Quella crisi esistenziale nascosta dalla crisi politica (di Alessandro Di Battista)

    Illustrazione di Emanuele Fucecchi
    Di Alessandro Di Battista
    Pubblicato il 2 Feb. 2021 alle 07:05 Aggiornato il 2 Feb. 2021 alle 13:47

    Costretti ad osservare l’oscena crisi politica italiana perdiamo di vista altre crisi, a partire da quella esistenziale che colpisce decine di migliaia di giovani, vittime sacrificali più che del virus, delle sue conseguenze. Il 19 dicembre scorso Hans Kluge, capo dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità si è soffermato su quanto la pandemia, le restrizioni, le difficoltà relazionali ed il disagio esistenziale – ancor più che economico – impattino sul dilagare del “mal di vivere”.

    “Il COVID-19 ha costretto famiglie e comunità a separarsi, spinto aziende in bancarotta e ha privato le popolazioni di opportunità che un anno fa erano date per scontate. Le ansie legate alla trasmissione del virus, l’impatto psicologico dei confinamenti, l’auto-isolamento, gli effetti della disoccupazione, delle preoccupazioni finanziarie e dell’esclusione sociale avranno un impatto sulla salute mentale di lungo termine e di vasta portata”.

    Sono parole di Kluge. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha aperto i lavori del Consiglio permanente della CEI insistendo sul dramma dell’indebitamento, dell’usura e su quanto la “frattura sociale” che stiamo vivendo aumenti la solitudine, il disagio mentale ed il numero dei suicidi.

    Il 12 gennaio scorso, il Professor Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù, ha dichiarato: “Io non ho mai avuto tanti accessi al pronto soccorso e tentativi di suicidio e di autolesionismo. Abbiamo una quantità di richieste di aiuto che sono addirittura superiori alle nostre possibilità di accogliere”. Ho contattato Vicari il quale mi ha spiegato che una buona salute mentale si basa su due pilastri: una corretta gestione delle emozioni e la costruzione di relazioni valide e positive.

    È evidente che l’isolamento sia stato deleterio in quest’ottica. Nel 2011, al Bambin Gesù, ci sono stati 12 ricoveri per autolesionismo o tentato suicidio. Nel 2020 sono stati più di 300. Vicari mette in relazione tutto questo con il lockdown. Molti giovani si feriscono. Fanno docce bollenti, si tagliano le braccia e le gambe, si sfregano contro la pelle gomme da cancellare e, anche se più raramente, si spengono sigarette sul proprio corpo.

    L’autolesionismo sta dilagando. I ragazzi provano con il dolore fisico a smorzare l’angoscia. Si tratta di un vero e proprio trasferimento sul corpo del dolore mentale. “È fondamentale parlare di salute mentale, è un dramma che si sta moltiplicando” mi ha detto Vicari. Il 20% degli adolescenti soffre di disturbi mentali. Eppure i posti letto in psichiatria minorile sono 92 in tutta Italia. Regioni come l’Umbria o l’Abruzzo non ne hanno neppure uno.

    Il Professor Vicari, al Bambin Gesù di Roma, ne gestisce 8: quasi il 9% di tutti i posti disponibili in Italia. Di salute mentale si parla troppo poco sebbene il suicidio sia la seconda causa di morte per i giovani tra i 10 ed i 25 anni. La prima sono gli incidenti automobilistici. Che cosa significa? Che di tutte le malattie, quella mentale è la principale causa di morte dei ragazzi.

    I disturbi mentali vanno considerati come vere e proprie malattie. Come il diabete. E come il diabete sono legate a fattori biologici, a predisposizioni genetiche ed ovviamente agli stili di vita. Le malattie mentali sono, dunque, anche malattie ambientali. A questo punto è evidente che debba intervenire la politica, oltre alla medicina, per ridurre l’impatto.

    Difendo tenacemente Lucia Azzolina. Non solo la considero una persona perbene e scrupolosa. La difendo perché si tratta di un ministro che ha compreso il valore sociale della scuola pubblica oltre a quello didattico. La riapertura delle scuole (oggi migliaia di adolescenti sono tornati in classe) è legato sì, al tema della formazione e della didattica, ma anche a quello della tenuta psicologica dei ragazzi.

    Pensiamoci bene, la scuola oggi è forse il luogo per eccellenza dove costruire socialità, quindi dove dotarsi di anticorpi contro un “virus” che non si vede al microscopio ma che continua a moltiplicarsi: quello del mal di vivere. La famiglia dovrebbe essere un altro baluardo difensivo, ma la famiglia è sotto attacco in una società produttivistica. E lo sarà sempre più fino a quando i sedicenti difensori della famiglia saranno, allo stesso tempo, i più ipocriti sostenitori della società del profitto.

    Ai figli non interessano le tendenze sessuali dei genitori. A loro basta che li accompagnino al parco, che non vivano una vita di stress, che non siano costretti a fare due lavori per campare e che abbiano tempo di giocare con loro. “Uno dei fattori di rischio per quanto concerne la malattia mentale è l’incuria da parte dei genitori nei confronti dei figli” mi ha detto Vicari. Secondo il Professore uno dei traumi principali che colpisce bambini e adolescenti è l’indifferenza e l’abbandono da parte dei genitori.

    Tra le cause dei disturbi mentali vi è l’abuso dell’utilizzo di dispositivi elettronici. Quel che è avvenuto, chiaramente, durante il lockdown. “Sarà un’onda lunga” ha dichiarato Vicari parlando delle conseguenze sulla salute mentale dei giovani nell’era della post-pandemia. Se sarà così, meglio intervenire al più presto. Ai genitori deve essere consentito di fare i genitori. Il congedo parentale va ulteriormente rafforzato, così come l’offerta di asili nido pubblici ed accessibili alle fasce più deboli della popolazione.

    I padri separati devono essere maggiormente tutelati. Tra i nuovi indigenti vi sono molti papà separati, costretti a vivere in macchina e inadeguatamente tutelati dalla legge. In queste ore, i soliti politicanti mossi dai soliti burattinai parlano, ancora una volta, di grandi opere. Vi fosse un politico libero di combattere per il rifacimento dell’esistente. Ristrutturare, d’altro canto, non porta voti o prebende come nuove fantasmagoriche costruzioni.

    Eppure vi sono decine di migliaia di edifici pubblici da convertire in case popolari, in strutture alberghiere rivolte ai padri separati, in asili nido moderni e funzionali. La riqualificazione di aree verdi, di parchi pubblici, di aree gioco per bambini sono interventi fondamentali per consentire ai cittadini di risentirsi parte di una comunità. D’altro canto la costruzione di relazioni valide e positive necessita di spazi adeguati dove poterlo fare.

    “Mens sana in corpore sano” dicevano i latini. In quasi tutti i quartieri di Parigi vi sono piscine o centri sportivi pubblici. Da noi, chi osa fare richieste del genere viene considerato un comunista. Gli interventi ambientali dovrebbero essere il core business del ministero dei Lavori pubblici. E dovrebbero essere fatti in sinergia con il ministero della Salute e con quello della Famiglia.

    Perché se i disturbi mentali sono anche malattie ambientali la salvaguardia dell’ambiente diventa una delle migliori terapie possibili. “Io sono un medico ma affermo senza dubbio che l’Italia per ripartire e salvarsi deve investire sulla scuola”, ha detto pochi giorni fa Vicari.

    Ebbene io non so se vi sarà una terza ondata di COVID-19. Se così fosse è bene riorganizzare immediatamente il trasporto pubblico per evitare che sia la scuola a pagare ancora una volta le conseguenze più nefaste. Perché oggi, dopo quasi un anno di pandemia, è lecito affermare che, anche per quel che concerne la salute pubblica, chiudere nuovamente le scuole sarà molto più pericoloso che riaprirle.

    P.S. Solo i virgolettati rappresentano le opinioni del Professor Vicari. Il resto sono mie opinioni

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