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    Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei: gli impresentabili di Salvini alle consultazioni

    Romeo e Molinari non sono esattamente i leghisti più "puliti"

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 23 Ago. 2019 alle 20:55 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:27

    Consultazioni, Salvini con gli impresentabili Romeo e Molinari

    Dimmi con chi vai e chi ti dirò chi sei. È un vecchio adagio sempre attuale che ci ripetevano i nostri nonni ma che sembra essersi sbiadito in questi anni di politica che sulle cattive frequentazioni ha mollato il colpo. Il colpo d’occhio delle consultazioni con il Presidente della Repubblica di ieri però ci riporta al leader leghista Matteo Salvini che ieri ha deciso di salire al Quirinale accompagnato da Massimilano Romeo e Riccardo Molinari.

    > Consultazioni al Quirinale, Salvini: “Voto subito ma se il M5S vuole discutere ci siamo”

    Chi è Massimiliano Romeo? Romeo è il capogruppo al Senato per la Lega, membro della Commissione Istruzione del Senato e iscritto alla Lega dal 1992. Nel suo curriculum però c’è anche la condanna in primo grado per l’inchiesta “Rimborsopoli” con cui il Tribunale di Milano ha punito 52 consiglieri regionali della Lombardia in primo grado (Romeo è stato capogruppo nel Consiglio Regionale lombardo) per peculato.

    In sostanza decine di consiglieri regionali e ex assessori sono stati considerati colpevoli di avere utilizzato soldi pubblici per pagare spese private tra il 2008 e il 2011. A Romeo la Procura contestava spese per quasi 30mila euro, di cui molti spesi per pranzi e cene e il Tribunale ha emesso una sentenza di condanna di un anno e otto mesi. Il Tribunale ha poi deciso di sospendere la pena e ha deciso la non menzione nel casellario giudiziario.

    Chi è Riccardo Molinari? È il capogruppo alla Camera per la Lega e fa parte della Commissione sulle politiche dell’Unione europea, non ché segretario della Lega in Piemonte. Come Romeo anche Molinari è stato coinvolto in un’inchiesta per le spese nel Consiglio Regionale (in questo caso in Piemonte) e in appello è stato condannato a 11 mesi per un peculato di 1.241 euro.

    Nella sua sentenza di condanna la Corte ha escluso la “possibilità che i rimborsi siano riconducibili ad errori materiali” per ristoranti “in località di interesse turistico e nei weekend in assenza di specifici e comprovati concomitanti eventi di interesse per il gruppo”. Anche nel suo caso il Tribunale ha deciso di sospendere la pena per un anno, in attesa del terzo grado di giudizio.

    In sostanza Salvini si è presentato dal Presidente della Repubblica non trovando di meglio che due compagni di partito coinvolti in odiosi reati di peculato. Ma forse il punto è un altro: sono i capigruppo del suo partito in Parlamento. A proposito del “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Badate bene: sono quelli che promettono di cambiare l’Italia e di amministrarla da papà. Appunto.

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