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    Berlusconi e Salvini pensano a come evitare Meloni premier

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 24 Mar. 2022 alle 09:28

    L’assist di Silvio Berlusconi a Matteo Salvini, incoronato «unico leader vero che c’e’ in Italia» e unico alleato del centrodestra invitato al ‘quasi’ matrimonio del Cavaliere, riapre il nodo della leadership nella coalizione. A chi spetterà dal 2023? Una cosa è sicura: Silvio Berlusconi non vuole morire meloniano così come Matteo Salvini: è questo il vero motivo dell’endorsememnt del cav al capitano: più che un «sì» a Salvini si è trattato di un no grande come una casa a Giorgia Meloni.

    Non per niente nello stesso giorno il braccio destro di Berlusconi, Antonio Tajani, recitava: «Credo che la coalizione dovrà ripensarsi prima delle elezioni». E dato che con la coalizione attuale Meloni sbaraglierebbe la concorrenza interna, le parole di Tajani tradotto dal politichese significano che a Forza Italia non va più bene che a palazzo Chigi ci vada chi prende un voto in più, ovvero Giorgia Meloni. Perché se così fosse la leader di Fratelli d’Italia avrebbe già sbaragliato tutta la concorrenza di centrodestra.

    Insomma, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini stanno pensando a come non far sedere sulla poltrona di palazzo Chigi la prima donna premier che potremmo avere in Italia.

    Le ipotesi su cui si sta ragionando sono due: una lista unica tra Lega e Forza Italia che potrebbe pareggiare i conti elettorali con quella di Fratelli d’Italia (per poi provare a giocarsi la leadership del centrodestra e guadagnare palazzo Chigi) oppure andare al voto in ordine sparso cambiando la legge elettorale. Perché piuttosto che vedere la Meloni seduta sullo scranno di palazzo Chigi Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sono disponibili anche a tenersi Mario Draghi la prossima legislatura.

    Ed il «fattore guerra» gioca a favore di questo esito: sia nella Lega che in forza Italia sono sempre più convinti che bisognerà richiamare Mario Draghi anche l’anno prossimo. È l’unico che può garantire l’Italia nei confronti dell’Europa per quanto riguarda l’attuazione del Pnrr e il pagamento del debito e gli Stati Uniti in fatto di fedeltà Atlantica.

    Visti i tempi bui che attraversano il pianeta sarà molto difficile per il cav e il capitano trovare un’alternativa credibile di governo a quella dell’ex numero uno della Bce.

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