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    Gli afghani non possono più permettersi neppure le cure mediche (di W. Samadi)

    La gente è senza lavoro, la maggior parte non ha una fonte di reddito e il prezzo dei medicinali è aumentato a causa del cambio sfavorevole con il dollaro

    Di Wadia Samadi
    Pubblicato il 25 Nov. 2021 alle 15:30 Aggiornato il 25 Nov. 2021 alle 15:31

    Masood, sua moglie e una delle loro figlie adolescenti sono stati male per giorni. Sembrava che avessero sviluppato i sintomi del Covid ma si sono rifiutati di andare dal medico. «Non ne vale la pena e inoltre non posso permettermi di pagare e comprare le medicine. Devo risparmiare e presto staremo tutti meglio», spiega Masood. A settembre scorso, le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme dichiarando che il sistema sanitario dell’Afghanistan è sull’orlo del collasso. Migliaia di strutture sanitarie non sono più in grado di comprare medicinali e pagare gli stipendi. Gli interventi contro il Covid, compresi i controlli, i test e le vaccinazioni, si sono bruscamente interrotti. Nel Paese si sta diffondendo anche il morbillo. Recentemente, però, i leader talebani si sono messi d’accordo con l’Organizzazione mondiale della Sanità per riprendere le vaccinazioni porta a porta contro la poliomielite in tutto l’Afghanistan. «La maggior parte dei medici di Kabul ha abbassato il costo delle prestazioni da 300 a 200 afghani, ma non riusciamo ancora ad avere i pazienti che avevamo in passato», racconta Rohullah Faiz, un medico di Kabul. «La gente è senza lavoro, la maggior parte non ha una fonte di reddito e di conseguenza non può permettersi di pagare le cure mediche». Il prezzo dei medicinali, d’altronde, è aumentato a causa del cambio sfavorevole tra il dollaro americano e la valuta locale. Il personale sanitario non viene pagato da mesi. I talebani hanno promesso che il pagamento degli stipendi inizierà presto ma la maggior parte dei medici non ha ricevuto ancora nulla. I medici e i funzionari degli ospedali Afghan Japan e Sheikh Zahid, entrambi situati a Kabul, hanno recentemente scioperato per ottenere i propri stipendi e questa situazione si è verificata anche in numerosi altri ospedali. Denutrizione e insicurezza alimentare dilagano. Secondo un recente sondaggio dell’Onu, solo il 5 per cento delle famiglie ha cibo sufficiente per mangiare tutti i giorni. Più di tre milioni di bambini sotto i cinque anni soffriranno di gravi forme di denutrizione entro la fine dell’anno e almeno un milione di loro rischia di morire di fame se non si interviene subito. «Non mangiamo più carne, costa troppo», spiega Bilal, che vive nella zona di Kaarte Naw a Kabul. «Noi abbiamo abbastanza da mangiare tutti i giorni ma i nostri vicini di casa no e non so fino a quando potremo condividere il nostro cibo con loro». Un parente di Herat recentemente ha raccolto un po’ di denaro per comprare latte in polvere per un bambino di 15 mesi. Il latte della madre non bastava più. Per giorni la donna non aveva mangiato in modo adeguato e il bambino perdeva drammaticamente peso.
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