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I giovani sono le prime vittime di questo governo: il manifesto di Zingaretti per le nuove generazioni

L’Italia è il paese dell’Unione europea con la più alta percentuale di Neet (not in education, employment or training), i giovani tra i 20 e i 34 anni, che non lavorano e non studiano. La visione di Zingaretti per invertire questa tendenza

Di Laura Melissari
Pubblicato il 18 Set. 2018 alle 17:43

I giovani sono le prime vittime di questo governo. A dirlo è Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e in corsa per la segreteria del Pd. (Qui tutto quello che c’è da sapere sulle primarie del Partito democratico).

Per invertire la rotta e contrastare le politiche dell’attuale esecutivo giallo-verde che vanno contro le nuove generazioni, Zingaretti lancia una sfida: investire sulle nuove generazioni, sul valore aggiunto delle risorse umane non solo perché giusto, per salvare l’Italia.

“Forse è la prima volta nella storia che la nuova generazione ha tanto da insegnare a quella precedente dei “padri analogici”. I giovani, “nativi digitali” rappresentano una grande opportunità che dobbiamo valorizzare. Non possiamo permetterci questo spreco di energie e talenti”, spiega Nicola Zingaretti nel suo manifesto alle nuove generazioni.

L’Italia è il paese dell’Unione europea con la più alta percentuale di Neet (not in education, employment or training), i giovani tra i 20 e i 34 anni, che non lavorano, non studiano e non sono in un percorso di formazione.

Si tratta del 29,5 per cento contro una media Ue del 17 per cento. Si aggiunge un altro triste primato: l’Italia è il paese dove la mobilità intergenerazionale è tra le più basse d’Europa, si legge nel manifesto di Zingaretti.

Questo andamento si riflette inoltre sui dati che riguardano le famiglie con capofamiglia tra i 18 e i 34 anni: la loro ricchezza media è meno della metà di quella del 1995. Al contrario, la ricchezza delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60 per cento.

Negli anni della crisi è esplosa la disoccupazione giovanile, nel 2017 più di un giovane su dieci vive in uno stato di povertà assoluta mentre nel 2007 era appena uno su 40, crisi che ha “distrutto il sogno di milioni di giovani che immaginavano un futuro di benessere e di realizzazione e che si sono scontrati con un presente di povertà, precarietà e disoccupazione”.

Nelle politiche di questo esecutivo non ci sono tracce di investimenti sulla scuola, sull’università, in ricerca o innovazione, ma piuttosto vengon tagliati i fondi alle periferie.

“Si prevedono riforme fiscali con vantaggi esclusivamente per le classi agiate, regali osceni ai grandi evasori a danno dei contribuenti regolari, e modifiche della legge Fornero i cui costi si scaricheranno sui lavoratori più giovani. Il tutto con coperture finanziarie che arrivano dai tagli alla spesa per la protezione sociale e per i servizi e scaricando gli oneri sulle nuove generazioni tramite l’aumento del debito pubblico. Un debito pubblico che aumenterà non perché si prevedono investimenti produttivi in grado di rilanciare il Paese, quindi altre cambiali che pagheranno nel futuro i giovani, o almeno quelli che rimarranno nel nostro Paese”, spiega ancora il governatore del Lazio.

“Non c’è nessun profumo di nuovo dunque in queste politiche ma tanta puzza di un ritorno al passato. Un governo che non investe sui giovani è un governo che non investe sul futuro dell’Italia”.

La visione che al contrario ha in mente Zingaretti, prevede investimenti sulle nuove generazioni imponendo la presenza di una nuova e diversa questione giovanile come primo punto dell’agenda di governo del paese.

L’aspirante segretario del Pd vede in questo non solo l’unico modo per una crescita strutturale e sostenibile della nostra comunità, ma anche il punto di partenza per la ricostruzione di una identità nuova del Pd.

Nello specifico, il manifesto di Zingaretti per i giovani prevede l’inserimento nel mondo del lavoro anche attraverso investimenti in grado di aumentare la digitalizzazione, la specializzazione e l’intensità di capitale umano qualificato nel sistema produttivo, generando sbocchi lavorativi per i più giovani.

Prevede inoltre una rimodulazione e un aumento della spesa sociale non pensionistica e l’introduzione di misure per contrastare la disoccupazione e il sostegno al reddito nei periodi di transizione tra un lavoro e l’altro.

L’idea è quella di investire in istruzione e formazione, in politiche di sostegno al welfare familiare come gli asili nido o le politiche abitative.

L’attuale Governo, in fatto di giovani “sembra interessato solo alle prossime elezioni, e non alla prossima generazione”, accusa Zingaretti.

“Sono convinto, invece, che una efficace e lungimirante azione di governo debba avere il suo principio ispiratore, non solo in ottica di sostenibilità, in una famosa frase dei nativi americani: “Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”, spiega Zingaretti.

“È urgente muoversi se non mettiamo a lavoro questa generazione, ogni giorno che passa siamo più vulnerabili all’idea di un paese fragile in futuro. Una ragazza su 3 Neet significa che una giovane donna su tre è a rischio di non avere il sostentamento e l’indipendenza per essere madre nel 21esimo secolo”, conclude.

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