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Il Campidoglio chiede alle agenzie di stampa di verificare i legami parentali dei giornalisti con i dipendenti del Comune: è polemica

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 26 Mar. 2019 alle 10:09 Aggiornato il 26 Mar. 2019 alle 10:15

È una richiesta decisamente particolare quella giunta dal Campidoglio e rivolta alle agenzie di stampa interessate al rinnovo del contratto con Roma Capitale.

L’amministrazione di Virginia Raggi, infatti, ha deciso di richiedere una documentazione che attesti, per ogni cronista, eventuali legami familiari con i dipendenti del Comune. In sostanza, quindi, toccherebbe proprio alle agenzie compiere tali “indagini” sui propri giornalisti e sulle loro parentele.

La richiesta della Giunta ha immediatamente scatenato una pioggia di critiche sul sindaco di Roma: ciò di cui si parla, infatti, è di “schedatura” dei giornalisti. A levare gli scudi soprattutto le opposizioni, con la capogruppo a Palazzo Madama di Forza Italia Anna Maria Bernini che ha parlato di “editto Raggi” e di “pretesto” per la giunta per “chiudere i contratti”.

Anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, ha tuonato contro la decisione dell’amministrazione pentastellata: “La documentazione che il Campidoglio ha chiesto alle agenzie di stampa che seguono i lavori dell’Assemblea capitolina è una pazzia mai vista degna di una schedatura da Unione Sovietica. Dati anagrafici, dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà concernente, e qui viene il bello, l’assenza di situazione di conflitto”.

Sabato 23 marzo, infatti, l’ufficio stampa di Roma Capitale ha spiegato tramite una nota sia le motivazioni della richiesta che le modalità con cui le agenzie di stampa devono comunicare queste informazioni al Comune: “La richiesta rivolta alle agenzie di stampa dell’organigramma aggiornato di tutti i dipendenti, nonché dei relativi parenti e affini entro il secondo/quarto grado scaturisce dalle misure messe in atto dal Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2019 -2021“.

E per quanto riguarda la procedura il Campidoglio ha chiarito che “potrà essere accettata un’autodichiarazione circa il fatto che non sono intervenuti mutamenti nelle condizioni soggettive rispetto al precedente affidamento”.

“Invece di controllare i suoi, Virginia Raggi preferisce schedare i giornalisti richiedendo alle agenzie di stampa che seguono il Campidoglio una profilazione dei dipendenti. Il pretesto? ‘Non devono esserci parenti in Comune’. Io dico che in Comune non dovrebbe esserci la Raggi”. Questo invece l’attacco al vetriolo di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, anche lei decisamente critica nei confronti della richiesta della Sindaca.

Infine alcune contestazioni sono arrivate anche dal Partito democratico con Andrea Casu, segretario romano, che ha parlato di “una marcia indietro” a cui è stato “costretto l’ufficio stampa di Roma Capitale”. “Massima solidarietà a tutti i giornalisti che si impegnano per raccontare ogni giorno quel che accade in Campidoglio, senza lasciarsi intimidire da chi ogni giorno cerca di fare di tutto per rendere più difficile il lavoro dei cronisti”, sono le parole di Casu.

 

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