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Il Vicenza fa sfilare raccattapalle minorenni in shorts e magliette aderenti. Scoppia la polemica: “È una scelta sessista”

Il patron della Lanerossi Vicenza ha sostituito i tradizionali raccattapalle con alcune pallavoliste. La scelta di farle scendere in campo poco vestite ha acceso le polemiche che sono valse alla società l'accusa di mercificazione del corpo delle adolescenti

Di Marta Facchini
Pubblicato il 19 Set. 2018 alle 11:03 Aggiornato il 19 Set. 2018 alle 11:47

Minorenni e in shorts. Sono le nuove “ball girls”, le raccattapalle, fatte scendere in campo dalla Lanerossi Vicenza, la più antica società di calcio in Veneto, per la prima giornata di campionato di serie C.

La ragazze, tutte di età compresa tra i 15 e i 16 anni, fanno parte della società pallavolistica vicentina dell’Athena Volley ma non sono state fatte esordire per le loro qualità sportive.

Renzo Rosso, il fondatore della Diesel e ora nuovo proprietario della squadra di calcio, ha fatto presentare le ragazze in campo per sostituire i tradizionali allievi della primavera. E per farlo, alle adolescenti sono stati fatti indossare un costume verde attillato e un paio di pantaloni neri molto corti e aderenti. Tutto firmato Diesel. L’abbigliamento sarebbe il frutto di un’attenta strategia di marketing che, si precisa, vuole “rinnovare il modo di vivere la partita di calcio”.

Le “ball girls” sono una figura diffusa soprattutto nel tennis e nel basket, in particolare nello scenario sportivo anglosassone e meno in quello italiano.

La scelta del patron ha fatto molto discutere e dalla società non sono arrivate scuse ma giustificazioni: la novità è stata introdotta per unire i vari sport della provincia e, si sottoliea, i vestiti delle ragazze cambieranno in base alle stagioni.

Le polemiche, in rete e non, non si sono fatte attendere. E i commenti si distinguono tra chi polemizza con l’iniziativa, ritenuta sessista e non adatta a ragazze minorenni, e chi invece apprezza l’abbigliamento, passando sopra la giovane età della ragazze.

“Siamo di fronte alla mercificazione del corpo femminile”, è stato uno dei messaggi più condivisi. “La prima partita del Vicenza è così: all’insegna della sessualizzazione delle adolescenti”.

La polemica si è spostata anche sul campo politico.

Il consigliere d’opposizione Sandro Pupillo, eletto con una lista civica, rilancia il post di un concittadino che aveva scritto: “l’immagine della donna promossa a Vicenza, anno Domini 2018. Si parla tanto di femminicidio, di sessismo, di lotte e battaglie per le pari opportunità. Si parla tanto, troppo, e forse inutilmente, se poi il risultato è questo: una vergogna totale”.

Nonostante le polemiche, la società non sembra pronta a fare un passo indietro. Il direttore generale Paolo Bedin ha precisato, attraverso le colonne de Il Giornale di Vicenza, che “l’iniziativa avrà un seguito, grazie alla collaborazione con altre realtà sportive femminili del territorio”, come la squadra di calcio femminile e la Famila Schio (basket).

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