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La versione e le tracce della seconda prova alla maturità 2017

Oggi è il secondo giorno dell'esame di stato per le scuole superiori. Al classico è uscita una versione di latino di Seneca, allo scientifico – come sempre – i problemi di matematica

Di TPI
Pubblicato il 22 Giu. 2017 alle 08:29 Aggiornato il 20 Apr. 2018 alle 09:44

Circa mezzo milione di studenti alle superiori affronta oggi la seconda prova dell’esame di stato di maturità. Ieri, mercoledì 21 giugno, sono iniziati gli esami con la prova scritta di italiano.

Gli studenti dello scientifico avranno a disposizione sei ore per svolgere esercizi di matematica. Quelli del classico avranno quattro ore per la versione di latino.

La versione di latino

La versione è dell’autore Seneca ed è stata proposta con questa introduzione: “Non possiamo rinunciare al pensiero e all’indagine continua sul senso della vita e delle nostre azioni. La filosofia è l’antidoto alla passività degli atteggiamenti e ci consente di comprendere sempre ciò che siamo e ciò che facciamo.

L’autore ribadisce il valore della filosofia all’allievo Lucilio, invitandolo in ogni caso a non perdere mai la passione per l’impegno nella riflessione critica e consapevole”.

Ecco il testo, tratto dalle Epistulae ad Lucilium e intitolato Il valore della filosofia:

Non est philosophia populare artificium nec ostentationi paratum; non in verbis sed in rebus est. Nec in hoc adhibetur, ut cum aliqua oblectatione consumatur dies, ut dematur otio nausia: animum format et fabricat, vitam disponit, actiones regit, agenda et omittenda demonstrat, sedet ad gubernaculum et per ancipitia fluctuantium derigit cursum. Sine hac nemo intrepide potest vivere, nemo secure; innumerabilia accidunt singulis horis quae consilium exigant, quod ab hac petendum est.

Dicet aliquis, ‘quid mihi prodest philosophia, si fatum est? quid prodest, si deus rector est? quid prodest, si casus imperat? Nam et mutari certa non possunt et nihil praeparari potest adversus incerta, sed aut consilium meum occupavit deus decrevitque quid facerem, aut consilio meo nihil fortuna permittit.’ Quidquid est ex his, Lucili, vel si omnia haec sunt, philosophandum est; sive nos inexorabili lege fata constringunt, sive arbiter deus universi cuncta disposuit, sive casus res humanas sine ordine impellit et iactat, philosophia nos tueri debet. Haec adhortabitur ut deo libenter pareamus, ut fortunae contumaciter; haec docebit ut deum sequaris, feras casum

Ecco la traduzione, proposta su Studenti.it:

La filosofia non è un’arte che cerca il favore popolare e non è fatta per essere ostentata; non consiste nelle parole, ma nei fatti. Di essa non ci si vale per far trascorrere piacevolmente le giornate, per eliminare il disgusto che viene dall’ozio: educa e forma l’animo, regola la vita, governa le azioni, mostra ciò che si deve o non si deve fare, siede al timone e dirige la rotta attraverso i pericoli di un mare agitato. Senza di lei nessuno può vivere tranquillo e sicuro; in ogni momento si presentano innumerevoli circostanze che esigono una direttiva, e questa bisogna cercarla nella filosofia.

Qualcuno dirà: “A che mi giova la filosofia, se esiste il fato? A che, se c’è un dio che ci governa? A che, se il caso detta legge? Non si possono mutare gli eventi prestabiliti, né difendersi contro quelli incerti, ma o un dio è padrone delle mie decisioni e ha stabilito che cosa devo fare, o la sorte non mi concede nessuna decisione”. Qualunque di queste forze esista, anche se esistono tutte, caro Lucilio, bisogna dedicarsi alla filosofia; sia che il destino ci vincoli con la sua legge inesorabile, sia che un dio, arbitro dell’universo, abbia disposto ogni cosa, sia che il caso sospinga e muova disordinatamente le vicende umane, deve proteggerci la filosofia. Ci esorterà a obbedire di buon grado a dio, e con fierezza alla sorte; ci insegnerà a seguire la volontà di dio, a sopportare il caso.

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