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Mozione anti-aborto a Verona: cosa significa e che succede adesso?

La mozione è stata contestata dalle attiviste di "Non una di meno", mentre il senatore leghista Pillon si è complimentato con il Comune di Verona

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 6 Ott. 2018 alle 16:30 Aggiornato il 6 Ott. 2018 alle 16:31

Il 5 ottobre è stata approvata dal consiglio comunale di Verona la mozione 434 che la dichiara “città a favore della vita”, e adotta alcune iniziative “per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità”.

Il via libera alla mozione è stato dato in concomitanza con il 40esimo anniversario della legge 194 del 1978 che ha depenalizzato l’aborto in Italia.

Cosa significa?

In fondo alle 3 pagine del documento vengono espressi i 3 obiettivi della mozione 434 con cui il consiglio impegna il sindaco e la giunta: il finanziamento ad associazioni abortiste, la promozione del progetto “Culla segreta”, la proclamazione ufficiale di Verona come “città a favore della vita”.

Il gruppo di attiviste Non una di meno, nel post di Facebook con cui denunciava l’approvazione della mozione,  ha scritto che il Comune così finanzierà “associazioni cattoliche a scopo di lucro che hanno l’obiettivo di promuovere iniziative contro l’aborto”.

L’amministrazione si impegna a “inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti che operano nel territorio del comune di Verona”. Nel testo della mozione ne vengono indicate 2: il progetto Gemma e Chiara.

Il “progetto Gemma” della Fondazione Vita Nova offre un contributo economico per la durata della gravidanza e l’anno successivo alle donne incinte che sarebbero intenzionate a “non accogliere il proprio bambino”.

“Chiara” è un progetto del Centro diocesano aiuto alla vita di Verona che si propone di fornire alimenti e beni di prima necessità o un piccolo contributo economico alle mamme sole in difficoltà.

La mozione prevede anche la promozione del “progetto regionale ‘Culla segreta’, stampando e diffondendo i suoi manifesti pubblicitari nelle circoscrizioni e in tutti gli spazi comunali”.

“Culla segreta” è un progetto della Regione Veneto, un manifesto da collocare all’interno dei consultori per segnalare la possibilità di partorire in modo sicuro e anonimo negli ospedali, come previsto da una legge nazionale.

Nel documento approvato dal Comune vengono espresse posizioni molto conservatrici sull’interruzione di gravidanza. Si parla ad esempio di “uccisioni nascoste” in riferimento a “pillole abortive”, ossia la contraccezione d’emergenza.

A sostegno delle tesi esposte si riportano alcuni dati che riguardano l’aborto in Italia, la RU486 o le diagnosi prenatali. Le fonti, citate nella mozione, sono: Centri d’aiuto per la vita, Marcia per la vita, Libertà e persone, Il cuore in una goccia, Notizie pro vita e Basta bugie.

Le reazioni

L’approvazione della mozione è stata commentata positivamente dal senatore leghista, Simone Pillon, noto per il suo disegno di legge sull’affido condiviso dei figli: “Dopo aver letto la delibera posso dire che non capisco davvero perché indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge, decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza”.

Di tutt’altro parere le attiviste di “Non una di meno”, che si sono vestite come le ancelle della serie tv “The Handmaid’s Tale” (qui vi spieghiamo di cosa parla la serie) in segno di protesta contro una mozione giudicata estremamente restrittiva. Le manifestanti sono state anche allontanate dall’aula.

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