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Vado Ligure, una 18enne si dà fuoco in piazza come il padre 5 anni prima

Il padre si era dato fuoco nello stesso luogo nel 2013

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 18 Dic. 2018 alle 12:43 Aggiornato il 18 Dic. 2018 alle 12:48

Nella mattina del 18 dicembre 2018 una ragazza di 18 anni di Vado Ligure, nella provincia di Savona, si è data fuoco nel piazzale San Lorenzo.

La giovane ha riportato gravi ustioni sull’80 per cento del corpo ed è stata soccorsa dai vigili del fuoco, dalla Croce rossa di Vado e dai carabinieri.

Secondo quanto riferito da fonti sanitarie, le fiamme hanno risparmiato solo il viso della ragazza.

La giovane è stata trasferita in codice rosso prima al Santa Corona di Pietra Ligure, poi all’ospedale di Torino. Non si conoscono ancora le cause che hanno spinto la ragazza a darsi fuoco.

Sul gesto, già di per sé grave, pesa un altro particolare che rende ancora più tragica la vicenda. Nello stesso luogo, nel maggio 2013, suo padre, un artigiano di 47 anni, Mauro Sari, si era tolto la vita dandosi fuoco.

Il padre – Il 26 febbraio 2013, l’artigiano si era presentato sotto casa di Beppe Grillo, nel quartiere di Sant’Ilario a Genova, e davanti alle telecamere di tutta Italia aveva suonato il campanello per chiedere aiuto al fondatore dei 5 Stelle.

L’uomo era in gravi difficoltà economiche e aveva denunciato denunciato la sua situazione anche ai giornalisti il 26 febbraio, quando so era recato da Beppe Grillo a Sant’Ilario, dopo la vittoria del M5S alle elezioni, in cerca di aiuto.

Secondo quanto riportato al tempo dai media, l’artigiano si sarebbe cosparso il corpo di liquido infiammabile e avrebbe appiccato il fuoco nella piazza principale della cittadina.

In suo soccorso sono intervenuti il personale del 118 e i vigili del fuoco, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Il corpo senza vita era stato trasferito all’obitorio del cimitero di Vado Ligure a disposizione della Procura che ha aveva subito avviato un’indagine.

Il leader di M5S aveva ricordato il gesto dell’uomo in un comizio: “Un tizio era venuto a trovarmi. Prima di arrivare davanti a casa mia ha chiamato il 118 e gli ha detto vado a uccidermi da casa di Grillo. Ho trovato una persona che mi ha raccontato la sua storia di imprenditore. Abbiamo passeggiato insieme e chiacchierato mezzora. Sapevo che non potevo fare niente, ma almeno l’ho ascoltato e gli ho dato il numero di telefono”.

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