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L’uomo che ha segregato e stuprato una ragazza in Calabria aveva fatto la stessa cosa negli anni ’90

Nel 1995 Aloisio Francesco Rosario Giordano era stato a condannato a cinque anni di prigione per maltrattamenti e violenza sessuale

Di Giuseppe Loris Ienco
Pubblicato il 24 Nov. 2017 alle 15:53

Aloisio Francesco Rosario Giordano, il 52enne arrestato pochi giorni fa dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme per maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata nei confronti di una 29enne di origini rumene, aveva in passato già scontato alcuni anni di prigione per aver commesso gli stessi reati.

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Nel 1995 l’uomo era stato condannato a cinque anni di reclusione per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di una 23enne tenuta sotto sequestro per cinque mesi “in una casa e in una masseria” a Gizzeria, lo stesso comune nella provincia di Catanzaro dove Aloisio ha torturato per oltre dieci anni la badante della sua compagna, dalla quale ha avuto due figli anche loro costretti a vivere in condizioni assai precarie.

La ragazza, come riportato da un articolo dell’epoca pubblicato su Repubblica, era stata costretta ad abortire due volte: “Una a furia di calci e di botte, l’altra dopo essere stata legata con le mani dietro la schiena, con un bisturi rudimentale e un cucchiaio”.

Giordano aveva convinto la ragazza, identificata semplicemente come Maria Rosa, a trasferirsi da lui, obbligandola a vivere con la propria moglie, una marocchina di 28 anni chiamata Raskaovi Bouchra, e i loro due figli.

La ragazza era riuscita a scappare approfittando di una disattenzione dell’uomo, che il 22 marzo 1995 era uscito di casa dimenticandosi di chiudere a chiave la porta.

Dopo essere fuggita dalla sua prigione, la giovane era riuscita ad avvertire la polizia; la sua testimonianza è stata sufficiente per procedere  all’arresto di Aloisio Francesco Rosario Giordano, condannato a cinque anni di carcere dopo il processo.

Nel 1999 il suo rilascio, concesso con alcuni mesi di anticipo per buona condotta.

All’epoca dei precedenti crimini Giordano aveva 30 anni. Nel pezzo di Repubblica sulla vicenda si fa riferimento alla sua storia personale: “diploma magistrale, qualche anno di università a legge, famiglia d’origine benestante”.

 

 

 

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