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Unioni gay e Italia

L'Italia è uno dei pochi Paesi in Europa occidentale a non riconoscere nessun tipo di unione per le coppie omosessuali

Di Michele Teodori
Pubblicato il 29 Mag. 2013 alle 10:23

In un articolo apparso ieri sul New York Times, la reporter Elisabetta Povoledo ha descritto la cerimonia di nozze “puramente simbolica” di Massimiliano e Giuseppe, due gay italiani che vorrebbero sposarsi “in un Paese dove le coppie dello stesso sesso non hanno alcun riconoscimento legale”.

L’attivista gay Imma battaglia ha celebrato le nozze qualche giorno fa a Roma: “I gay sono accusati di essere qualcosa di pericoloso per la famiglia. Invece oggi Massimiliano e Giuseppe stanno realizzando un desiderio che rafforza il concetto di famiglia”. La loro cerimonia è valsa come una dichiarazione politica.

Sono 13 i Paesi che hanno legalizzato il matrimonio omosessuale, insieme a diversi stati Usa. La Nuova Zelanda ha approvato il matrimonio gay ad aprile, così come l’Uruguay. La Gran Bretagna è pronta ad approvare un disegno di legge in proposito entro l’estate, la Germania attende il voto del Bundestag per fare lo stesso, mentre in Francia il primo matrimonio gay verrà celebrato oggi, anche se domenica 150 mila persone hanno marciato a Parigi in segno di protesta. Le unioni legali tra persone dello stesso sesso, diverse dal matrimonio, sono invece già legali in molti altri Paesi.

“L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa occidentale a non riconoscere unioni omosessuali di qualsiasi genere. Per anni i disegni di legge per legalizzare le unioni gay sono naufragati in Parlamento, vittime dell’indifferenza da parte del centro-sinistra e dall’ostilità del centro-destra”, afferma la giornalista.

Negli ultimi 15 anni, diverse città italiane, tra cui Milano l’anno scorso (ma non Roma), hanno emanato un registro civile per le coppie dello stesso sesso, ma i pochi diritti che vengono riconosciuti “si fermano ai confini della città”.

“La ricerca suggerisce che, nel caso di diritti dei gay, la società italiana può essere più tollerante rispetto ai suoi rappresentanti. Nel 2011 da parte l’Istat ha rilevato che quasi il 63 per cento degli italiani pensa che le coppie gay dovrebbero avere pari diritti e che quasi il 44 per cento è favorevole al matrimonio”.

I politici italiani “non hanno avuto il coraggio di affrontare la questione e hanno messo la loro carriera al primo posto: hanno paura di sconvolgere l’opinione pubblica”.

L’influenza del Vaticano appare a molti solo una scusa. L’Irlanda, un Paese dalla tradizione fortemente cattolica, ha legalizzato le unioni omosessuali nel 2010. Il nuovo Parlamento potrebbe presto approvare almeno una legge contro l’omofobia, il cui disegno di legge è stato firmato da un terzo dei parlamentari.

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