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    Tim azienda | Telecom Italia | Storia | Azionisti | Cda | Ad | Ultime news

    Tutto quello che c'è da sapere sulla principale compagnia di telecomunicazioni in Italia

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 20 Feb. 2019 alle 07:00 Aggiornato il 27 Feb. 2019 alle 14:24

    Tim azienda | Telecom Italia | Storia | Azionisti | Cda | Amministratore delegato | Storia | Ultime news

    Da azienda pubblica a compagnia privata. Da italiana a straniera. Da Telecom a Tim. La quasi centenaria storia di Telecom Italia, la principale compagnia di telecomunicazioni del nostro Paese, è costellata da grandi cambiamenti e passaggi di proprietà.

    Il gruppo Telecom Italia offre servizi sia nel campo della telefonia fissa che in quello della telefonia mobile, oltre a internet, contenuti digitali e servizi cloud.

    L’azienda si occupa anche di realizzare tutte le infrastrutture che rendono possibile la connettività in Italia e di diffondere servizi web di ultima generazione.

    Qualche dato: Tim possiede oltre 11 milioni di collegamenti fissi retail in Italia, più di 9 milioni di accessi broadband, oltre 29 milioni di linee nel mercato mobile italiano.

    > QUI TUTTO SU LUIGI GUBITOSI, AD DI TIM

    Tim azienda | Consiglio di amministrazione

    Questo il Consiglio di amministrazione di Tim, aggiornato al 7 dicembre 2018:

    Presidente: Fulvio Conti

    Amministratore delegato e direttore generale: Luigi Gubitosi

    Segretario del Consiglio di amministrazione: Agostino Nuzzolo

    Amministratore indipendenti: 
    Amministratori indipendenti nominati da Vivendi:

    Tim azienda | Azionisti

    Di seguito la lista degli azionisti più rilevanti del gruppo Tim aggiornata al 2 dicembre 2018 con dati elaborati dalla Consob:

    1 – Vivendi SA (Francia): 23,943 per cento

    2 – Singer Paul Elliott (Stati Uniti): 8,847 per cento

    3 – Cassa depositi e prestiti S.P.A. (Italia): 4,262 per cento

    Tim azienda | Storia | La STIPEL

    La storia della Telecom parte nel 1925, quando il governo Mussolini riordina il sistema telefonico italiano dividendolo in 5 zone (Lombardia e Piemonte, Italia centrale adriatica, Italia centrale tirrenica, Tre Venezie e Italia meridionale).

    Ognuna di queste zone viene gestita da una compagnia: quella di Lombardia e Piemonte è la Stipel (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda).

    Nel 1960 le cinque società vengono fuse nella Sip (Società italiana per l’esercizio telefonico).

    Tim azienda | Storia | Nasce la Telecom

    La Telecom Italia nasce ufficialmente nel luglio 1994, con la fusione delle società statali operative nelle telecomunicazioni (Sip, Iritel, Telespazio, Italcable e SIRM).

    La decisione arriva per rispettare il Piano di riassetto del settore delle telecomunicazioni presentato al Ministero del tesoro dall’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) nel 1993.

    Nel 1995 nasce anche Tim (Telecom Italia Mobile) con una scissione dalla casa madre.

    Tim azienda | Storia | La privatizzazione

    Nel 1997, sotto la presidenza di Guido Rossi, la Telecom viene quotata in Borsa. In poco tempo, dunque, lo Stato esce quasi completamente (continua a detenere solo la quota di golden share).

    Nonostante ciò, la risposta degli investitori è fredda: il “nocciolo duro”, il gruppo di investitori che dovrebbero assumere la gestione della società e guidato da Franco Bernabè, raccoglie solo il 6,62 per cento del capitale (all’interno figurano anche gli Agnelli, tramite Ifil, con lo 0,6 per cento).

    Nel 1999, con l’appoggio del governo D’Alema, un gruppo di imprenditori padani capitanati dal ragioniere Roberto Colaninno scalano l’azienda con un’Opa da 61 miliardi di lire. Il gruppo arriva a ottenere il 51 per cento del capitale di Telecom Italia.

    Buona parte dei nuovi azionisti finanziato la scalata alla società indebitandosi. Da quel momento in poi, la società deve fare i conti con un debito molto alto, che richiede piani industriali dedicati al taglio dei costi. Vengono messe in vendita, ad esempio, Meie, Italtel e Sirti.

    Nel 2001 le quote di maggioranza del gruppo vengono vendute. Subentrano Pirelli e la famiglia Benetton. In quegli anni, il debito di Telecom schizza a oltre 44 miliardi di euro. Una cifra da cui sembra impossibile rientrare: per questo nel 2007 Pirelli si sfila dall’azionariato del gruppo.

    Tim azienda | Storia | Telco

    Nonostante molte aziende straniere si dicano interessate a subentrare, il governo italiano preme perché la compagnia di telecomunicazioni non passi in mani straniere. Subentra dunque il gruppo Telco (Mediobanca, Generali, Intesa e Telefonica.

    Al timone di Telecom torna Franco Bernabè, nonostante l’opposizione di alcuni soci. Nei successivi otto anni, Telecom perde circa 8 miliardi di fatturato a causa dell’impossibilità di investire sulla banda larga. In compenso, tra 2007 e 2013 i debiti netti del gruppo vengono ridotti e passano da 35,7 a 26,8 miliardi.

    Il 3 ottobre 2013 Barnabè rassegna le dimissioni.

    Tim azienda | Storia | L’ingresso di Vivendi

    Nel giugno 2014 Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo annunciano di voler uscire dall’azionariato. La spagnola Telefonica rimane dunque azionista di maggioranza di Telecom Italia, con una partecipazione del 15 per cento.

    Telefonica nel 2015 lascia il posto ai francesi di Vivendi, controllati dall’imprenditore Vincent Bollorè.

    Tim azienda | Storia | Il marchio unico

    Nel frattempo, nel luglio 2015 l’azienda passa all’utilizzo di un marchio unico. Sotto il brand Tim infatti vengono unificate le offerte di telefonia fissa, mobile e internet.

    Tim azienda | Storia | La scalata di Vivendi

    Tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 Vivendi avvia un’azione di rastrellamento di quote azionarie di Tim, che lo porta a passare dal 15 al 24,9 del marzo 2016. Il manager israeliano Amos Genish diventa amministratore delegato.

    > QUI PERCHE’ FRANCIA E ITALIA SI SCONTRANO SU TELECOM E FINCANTIERI

    Tim azienda | Storia | L’era Elliott

    Nel maggio 2018, il fondo Elliott (detentore dell’8,85 per cento delle azioni) riesce a sottrarre a Vivendi il vertice dell’azienda, grazie al 49,8 per cento dei voti dell’assemblea societaria, contro il 47,18 per cento della lista francese.

    Fulvio Conti viene eletto presidente, mentre Genish, in un primo momento confermato AD, viene sfiduciato dal cda il 13 novembre e viene sostituito da Luigi Gubitosi.

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