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A Terracina un bracciante indiano è stato colpito dai piombini sparati da un’auto in corsa

L'uomo si trovava in sella alla propria bicicletta, sulla via Pontina, e ha riportato alcune abrasioni giudicate guaribili in due giorni

Di Marta Facchini
Pubblicato il 20 Ago. 2018 alle 16:32

In provincia di Latina, un cittadino indiano 40enne è stato ferito dai colpi sparati da una pistola a piombini.

L’uomo, operaio, ha denunciato ai carabinieri che nella serata di domenica 19 agosto, mentre si trovava in sella alla propria bicicletta sulla via Pontina, all’altezza di via Badino vecchia nel territorio di Terracina, è stato colpito da tre pallini esplosi, verosimilmente con un’arma ad aria compressa, da uno sconosciuto a bordo di un’utilitaria.

Sul corpo del 40enne, i medici del pronto soccorso hanno trovato alcune abrasioni giudicate guaribili in due giorni.

I militari dell’Arma della Compagnia di Terracina si stanno occupando delle indagini.

L’uomo fa parte della comunità sikh che lavora nella raccolta di ortaggi nell’Agro pontino e che è spesso vittima di episodio di  sfruttamento.

La scorsa settimana, il 16 agosto, ad Aprilia un ventenne e due minorenni, di 16 e 17 anni, sono stati denunciati per aver sparato con un fucile ad aria compressa contro un uomo originario del Camerun di 50 anni.

In precedenza, nei pressi di Latina, sono invece stati denunciati altri tre giovani, tra cui il figlio di un assessore comunale, che da una macchina avevano sparato con una pistola giocattolo contro un gruppo di migranti, originari della Nigeria, che si trovavano alla fermata dell’autobus. Due uomini erano rimasti lievemente feriti dai pallini in gomma ed erano stati medicati sul posto.

Il 29 luglio, sempre ad Aprilia, un uomo marocchino era stato scambiato per un ladro, inseguito e picchiato da alcuni residenti. L’uomo si trovava in macchina e, nel corso dell’inseguimento, è finito fuori strada. È deceduto dopo avere tentato la fuga per i campi. Dopo avere osservato le immagini delle videocamere, gli inquirenti suppongono che la vittima sia morta per le percosse e non per l’impatto.

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