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Taranto, asilo politico negato: giovane del Gambia si suicida

Il giovane aveva avuto il diniego alla domanda di asilo politico e non poteva ricorrere alla protezione umanitaria a causa delle norme previste dal decreto Sicurezza

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 17 Ott. 2018 alle 19:23 Aggiornato il 17 Ott. 2018 alle 20:19

Un ragazzo di 22 anni del Gambia che risiede in Italia dal 2016, Amadou Jawo, si è tolto la vita il 15 ottobre 2018 impiccandosi al cornicione della casa a Castellaneta Marina in cui viveva con altri connazionali.

A dare la notizia, resa nota solo il 17 ottobre, è stata l’associazione Babele, che ha lanciato una sottoscrizione per il rimpatrio della salma.

Il giovane “aveva avuto il diniego alla domanda di asilo politico e non poteva più restare in Italia. Desiderava tornare in Africa, ma temeva di essere additato come fallito e si vergognava. Ha pensato di non avere scelta”.

“Per riuscire a riportare la sua salma nel villaggio del Gambia in cui viveva servono in pochi giorni circa 5mila euro per pagare l’agenzia funebre che si occupa dello spostamento”.

Il ragazzo era stato prima in una struttura di accoglienza in provincia di Lecce e poi si era trasferito a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto. Alcuni giorni fa gli era scaduto il permesso di soggiorno.

 

“Al ragazzo era stata negata la protezione internazionale, per la quale aveva fatto richiesta, tra luglio e agosto del 2018. In seguito, Amadou Jawo ha fatto ricorso al Tribunale e la Questura gli ha rilasciato un permesso temporaneo di soggiorno in attesa dell’esito del Tribunale”, ha spiegato all’Agi Enzo Pilò, rappresentante dell’associazione Babele che si occupa di accoglienza e assistenza migranti.

“Il giovane aveva lasciato un centro di accoglienza del Leccese e si era trasferito in casa di suoi amici, connazionali, a Castellaneta, nel Tarantino”.

“Il 22enne, venendo da noi, trovava altri giovani del suo paese. Stava qui col permesso temporaneo di soggiorno, attendeva gli eventi, ma penso che a spingerlo verso il suicidio sia stata una fase di profondo sconforto”.

“Quasi tutte vengono rigettate, molto poche quelle che vengono accolte”, ha spiegato Pilò, commentando il mancato rinnovo del permesso di soggiorno del ragazzo.

“Negata quindi la protezione internazionale, gli restava un’altra possibilità: la protezione umanitaria. Ma anche questa via d’uscita, che pure veniva percorsa sino a poco tempo fa, adesso non è più percorribile perché l’ha eliminata il recente decreto ‘Sicurezza’. E ci sono tanti giovani migranti che vivono con forte preoccupazione questo restringimento”.

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