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“Sembra un maschio, non è stupro”: sentenza shock ad Ancona

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 10 Mar. 2019 alle 11:31 Aggiornato il 11 Mar. 2019 alle 07:09

Un verdetto di stupro è stato annullato e rinviato in Cassazione “perché la ragazza era troppo mascolina, neppure piaceva ai suoi aggressori”. La sentenza shock è del tribunale di Ancona e riguarda Blanca*, una ragazza peruviana di 22 anni che ha denunciato una violenza sessuale da parte di un coetaneo, mentre un amico di lui faceva da palo. Le tre giudici donne non le credono “a causa del suo aspetto fisico” e assolvono in appello i due giovani condannati in primo grado a cinque e tre anni.

Le viene detto dalle giudici di essere “troppo mascolina, poco avvenente e quindi è poco credibile che sia stata stuprata, più probabile che si sia inventata tutto. Come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare”. E nelle motivazioni le tre magistrate scrivono che all’imputato principale “la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo ‘Vikingo’, con allusione a una personalità tutt’altro che femminile”.

Qui un approfondimento su “cosa spinge una persona a compiere uno stupro”

Blanca nel 2015 si era presenta in ospedale con la madre, dicendo di avere subìto uno stupro di gruppo. La ragazza frequentava la scuola serale con i suoi stessi aggressori. Secondo i racconti della parte lesa, la serata era cominciata in modo tranquillo, con delle birre in compagnia. La giovane e uno dei due compagni si erano appartati più volte per avere dei rapporti sessuali.

Dopo poco, come viene fuori dal racconto di Blanca, quei rapporti diventano non consensuali, lei aveva cominciato a dimenarsi e a dire di “no”. I medici in ospedale hanno riscontrato lesioni, compatibili con una violenza sessuale, e un’elevata quantità di benzodiazepine nel sangue che la vittima non ricordava di aver mai assunto.

Nella valutazione processuale la ragazza viene definita dalle giudici della Corte d’Appello di Ancona come “la scaltra peruviana”. Nella sentenza si legge: “In definitiva, non è possibile escludere che sia stata proprio Blanca a organizzare la nottata “goliardica”, inducendolo ad avere rapporti sessuali per una sorta di sfida”.

Come se l’aspetto fisico determinasse la veridicità o meno di una gravissima violenza fisica.

 

*Blanca è un nome di fantasia per proteggere l’identità della ragazza

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