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Stuprata da una suora: sì alla perizia su diari, sms e lettere di Eva, morta suicida a 26 anni

Credit: Getty Images

Eva Sacconago si è tolta la vita nella sua casa di Busto Arsizio nel 2011, aveva 26 anni

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 6 Ott. 2018 alle 19:30 Aggiornato il 6 Ott. 2018 alle 19:34

I diari di Eva Sacconago verranno analizzati, insieme agli sms, gli audio e gli appunti della 26enne che nel 2011 si tolse la vita, nella sua casa di Busto Arsizio.

La prima Corte d’Appello di Milano ha riaperto l’istruttoria dibattimentale nel processo di secondo grado a carico di Maria Angela Farè, la suora condannata a tre anni e mezzo di carcere dal tribunale di Busto Arsizio per aver violentato la giovane, poche settimane prima del suo suicidio.

I giudici hanno accolto la richiesta della procura generale e della parte civile e fissato il termine per la consegna della perizia tra sessanta giorni. Il fine è quello di capire se Eva si trovasse in condizioni di “sudditanza psicologica” nei confronti della suora.

Franco Martinelli è il consulente incaricato dal Tribunale e il prossimo 29 gennaio 2019 dovrà discutere in aula la perizia psichiatrica sui diari di Eva.

Le analisi verranno condotte su sette faldoni e due scatoloni al cui interno si trovano ‘tutti gli scritti e le esternazioni’ della 26enne, risalenti al periodo tra il 2002 e il 2011, quando Eva si tolse la vita.

Oltre ai diari, Martinelli sarà chiamato a condurre la perizia anche su sms, audio e appunti della ragazza. Ovvero tutto il materiale relativo allo scambio tra la suora ed Eva.

Tra i materiali oggetto di perizia ci sono non soltanto i diari di Eva Sacconago, ma anche sms, audio e appunti. Tutta la corrispondenza intercorsa tra la religiosa della Congregazione di Maria Ausiliatrice e la giovane da quando si conobbero fino al suicidio.

Secondo la difesa, la documentazione al vaglio degli esperti non avrebbe alcun valore, ma alcuni stralci dei messaggi intercorsi tra le due hanno scioccato l’opinione pubblica.

“Vorrei penetrati, baciarti e tenerti stretta a me”, “Denunciami appena puoi… solo la morte ci può separare, Ricordatelo”. Così la religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice si rivolgeva alla giovane Eva Sacconago.

Eva e la religiosa si erano conosciute quando la ragazza aveva poco più di 12 anni. All’oratorio la suora aveva conquistato la fiducia della giovanissima Eva, avendo nei suoi confronti atteggiamenti affettuosi e materni.

Ma il contatto tra le due cresce a dismisura. Eva, esile e magra, inizia ad accusare segni di malessere: prende peso, lascia lo sport ma continua a non dire nulla ai genitori, finché la madre non scopre, nel suo diario, lettere e bigliettini della suora.

La religiosa chiama Eva “amore” e parla di “baci sulle labbra”. La madre della ragazzina chiede alla suora e ai suoi superiori di intervenire e la suora viene trasferita a Catania. Il rapporto tra le due, però, nonostante i chilometri, non si interrompe.

Lettere, telefonate e sms continuano. Fino al 2011, quando Eva confessa a un’amica che vuole allontanarsi dall’oratorio. Quello stesso oratorio in cui i mostri si erano affacciati nella sua vita. L’amica pensa che finalmente sia arrivato il momento per Eva di cancellare i fantasmi dell’infanzia. Qualche giorno dopo, invece, Eva si toglie la vita nella sua casa di Busto Arsizio.

“Non ci deve essere nessuno di più importante di me, sento che non è così ma non lo accetto. Combatterò con tutte le mie forze per portarti via. Tu sei tutto quello che avrei voluto essere io, legata all’oratorio ma libera di scegliere. Io ho scelto troppo in fretta una vita che mi ha legata troppo”, scriveva la suora a Eva.

Parole ora al vaglio degli esperti. Se le perizie confermeranno l’inferiorità psichica della 26enne, la posizione della suora cambierebbe.

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