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Manovra, gli studenti contro il governo: “Volete fare cassa sulle spalle dei giovani”

Credit: Andrea Ronchini/NurPhoto/Afp
Di Laura Melissari
Pubblicato il 27 Dic. 2018 alle 16:53

Si allunga la lista delle categorie che criticano la manovra del governo. Il Consiglio nazionale degli studenti universitari accusa l’esecutivo di voler fare cassa sulle spalle dei giovani, con tagli previsti per 100 milioni di euro.

Gli studenti hanno inviato una lettera aperta al governo per protestare contro la mancanza di fondi destinati all’università.

“Per finanziare altre vostre priorità, avete deciso di fare cassa alle spese dell’Università e di tutte le sue componenti. Riconosciamo, quindi, che l’istruzione non è realmente una vostra priorità e denunciamo con forza e totale contrarietà la vostra scelta di tenere fuori dalle politiche d’investimento del Governo proprio l’Istruzione, l’Università e la Ricerca”, si legge nella lettera.

Il Consiglio nazionale aveva chiesto degli incontri al ministro dell’Istruzione, ma Marco Bussetti non ha mai accettato. Il Cnsu spiega di aver incontrato, negli scorsi mesi, altre figure del ministero come “il capo dipartimento Giuseppe Valditara e il viceministro Lorenzo Fioramonti”, ma le promesse non hanno trovato riscontro nella legge di Bilancio.

“Non avete ritenuto necessario un rifinanziamento strutturale dell’Università e del Diritto allo Studio, decurtando 30 milioni sul Diritto allo Studio. Non è ancora stata eliminata la figura dello studente idoneo non beneficiario di borsa di studio, nonostante l’impegno assunto e le proposte concrete da tempo mosse dal nostro Consiglio”, si legge.

E ancora: “Manca una politica di assunzione e stabilizzazione di personale docente che possa garantire agli studenti una formazione di qualità e per tutti, oltre che un riconoscimento del valore sociale di chi svolge funzioni di docenza e ricerca e, al contrario, vi siete orientati verso il blocco delle assunzioni. In riferimento alla No Tax Area, anziché implementare il Fondo di Finanziamento Ordinario, di fatto avete proceduto ad un ulteriore taglio di ben 40 milioni. A tutto ciò, si deve poi aggiungere un taglio di 30 milioni sulla ricerca per un totale, quindi, di 100 milioni complessivi che avete tolto al sistema universitario”, scrivono gli studenti.

Il viceministro Lorenzo Fioramonti ha risposto alla lettera dicendo che non si tratta di veri e propri tagli, bensì di “accantonamenti prudenziali”. Durante l’interlocuzione con la Commissione europea “è stato chiesto di accantonare fino a luglio una cifra di 2 miliardi, che è stata ripartita tra tutti i ministeri. La quota spettante al capitolo università e ricerca corrisponde a 100 milioni, cifra che quasi coincide con gli aumenti previsti nella legge di Bilancio approvata alla Camera”, spiega Fioramonti.

Gli studenti non hanno giudicato soddisfacente la risposta del viceministro.

“Non possiamo accettare che non si possano finanziare le borse di studio come garanzia del rispetto dei vincoli europei. Con che coraggio il Governo pensa di parlare di ‘accantonamenti prudenziali’ ad esempio, agli studenti che, seppur ‘capaci e meritevoli ma privi di mezzi’, non hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi perché lo Stato non investe nel loro futuro?”, dicono ancora gli studenti.

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