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“Lo striscione per Regeni è stato rimosso e non verrà mai più esposto”: il governatore leghista del Friuli

ANSA/FRANCESCO DE FILIPPO
Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 21 Giu. 2019 alle 10:14 Aggiornato il 21 Giu. 2019 alle 11:58

Striscione Regeni governatore Friuli | “Anticipando le polemiche che continueranno a susseguirsi ad ogni batter di ciglio comunico che lo striscione non verrà più esposto né a Trieste né in altre sedi di Regione”.

È perentorio Massimiliano Fedriga, governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, sulla questione dello striscione giallo di Amnesty per Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto, rimosso dal palazzo della Regione dove era stato esposto nel 2016 dalla ex presidente Debora Serracchiani (Pd).

Lo striscione è stato tolto per far spazio agli addobbi per il campionato calcistico europeo Under 21. Uefa e Figc prendono le distanze e scrivono in un comunicato: “Con riferimento alla notizia circa la sostituzione dello striscione per Giulio Regeni con alcuni striscioni Uefa Under-21 2019 sul Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste, Uefa e Figc precisano di essere estranee a tale decisione”.

“Malgrado non condivida la politica degli striscioni e dei braccialetti, non l’ho fatto rimuovere per più di un anno per non portare nell’agone politico la morte di un ragazzo. Perfino la Uefa mi ha dovuto scrivere impaurita da sterili tormentoni che non fanno altro che strumentalizzare il dramma avvenuto. Evidentemente – conclude – la mia attenzione per non urtare le sensibilità non ha pagato, e ci si sente pertanto legittimati a imporre con atteggiamenti prevaricatori cosa deve o non deve fare la Regione”, prosegue Fedriga.

Scompare lo striscione dalla regione simbolo di Giulio, la sua regione. E questo, al di là delle decisioni personali, non è certo un bel segnale, specialmente in un momento in cui l’Italia dovrebbe tornare a farsi sentire contro il disfattismo egiziano.

Dopo i continui sabotaggi egiziati delle indagini, i genitori di Giulio hanno chiesto di ritirare “immediatamente l’ambasciatore italiano al Cairo”.

Attraverso la Nsa, il servizio segreto civile egiziano, continuano a mettere pressione e intimidire l’Ecrf, la commissione egiziana per i diritti e le libertà a cui la famiglia di Giulio si è rivolta per la propria difesa al Cairo. “Cercano di sabotare il nostro lavoro per la ricerca della verità sulla morte di Giulio” denunciano dall’Ecrf.

“Un gesto cinico motivato da parole meschine”, commenta sui social Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

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