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Salvo lo speleologo triestino bloccato per 45 ore in una grotta a 200 metri di profondità

Credit: Soccorso alpino italiano

Stefano Guarniero era caduto per una ventina di metri durante un'esplorazione in una grotta a quota 2.200 metri sul Monte Canin, sulle Alpi Giulie

Di Marta Facchini
Pubblicato il 6 Ago. 2018 alle 13:51 Aggiornato il 6 Ago. 2018 alle 14:16

È stato liberato lo speleologo triestino Stefano Guarniero, che si era infortunato a causa di una caduta di venti metri nella grotta “Frozen” sotto il Monte Canin in Friuli. Nella caduta, avvenuta per cause ancora da accertare, l’uomo aveva subito un forte colpo alla testa. Ora il trentenne sarà portato presso l’ospedale di Tolmezzo, a Udine, dall’elicottero sanitario.

La barella è uscita alle 12.35 dall’ingresso cento metri più in basso rispetto alla cavità, denominato “Turbine”. Sul posto erano rimasti ad attenderlo anche i famigliari.

L’uomo è stato assistito nel punto in cui si trovava, a duecento metri di profondità, da dodici tecnici, inclusi un medico e un infermiere. Le operazioni sono state seguite passo a passo dall’esterno della grotta attraverso un collegamento telefonico con l’interno mantenuto grazie a uno speciale cavo di trasmissione. E tra l’esterno della grotta e il campo base presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea tramite collegamento radio, dato che la copertura per la rete mobile è assente in quota.

Le operazioni di soccorso hanno impegnato tre elicotteri per il trasporto di uomini e materiali, novantaquattro tecnici speleologi con varie specializzazioni provenienti da tutta la regione e dal resto d’Italia e ventidue tecnici alpini, tutti del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale. I soccorsi erano iniziati subito dopo l’allarme, dato alle 16 di sabato 4 agosto, ed erano continuate per tutta la giornata di domenica, interrotte solo dal sopraggiungere della notte.

L’uomo, uno speleologo esperto nelle tecniche di recupero e infermieri, al momento dell’incidente si trovava insieme ad alcuni amici. Dopo la caduta, uno di loro è rimasto sul luogo dell’infortunio mentre gli altri si sono sposati per chiamare i soccorsi.

Lo speleologo è un infermiere esperto nelle tecniche di recupero. Parte del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, è tra i tecnici con più pratica ed esperienza in grotta, in particolare nelle tecniche di recupero e di soccorso. Nel 2014 in Baviera si era distinto come uno dei soccorritori che aveva contribuito direttamente al salvataggio del ferito dall’abisso di Riesending, in quanto primo infermiere a raggiungerlo, rimanendo per due giorni dentro la grotta.

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