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Il sindaco di Riace in sciopero della fame contro il razzismo: “Lo faccio per difendere le persone più deboli”

Mimmo Lucano

Il primo cittadino si scaglia contro il clima di odio e razzismo che si sta diffondendo nel paese e denuncia la mancanza di fondi per i progetti di integrazione da lui promossi nella città

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 3 Ago. 2018 alle 17:01

Il sindaco di Riace, paese in provincia di Reggio Calabria, ha deciso di iniziare uno sciopero della fame per protestare contro il clima di odio nei confronti dei migranti che si sta diffondendo sempre più in Italia.

L’inizio della protesta coincide con il primo giorno del festival delle Migrazioni e delle culture locali, che si svolge da oggi, 3 agosto, al 5 nel paese che è da tempo il simbolo internazionale di un modello alternativo di accoglienza, grazie alle iniziative promosse dal suo sindaco.

Il primo cittadini Mimmo Lucano qualche anno fa è stato anche inserito da Fortune fra i 50 uomini più influenti al mondo.

Lo sciopero della fame è anche un segno di protesta nei confronti della prefettura che ha deciso di interrompere il trasferimento dei fondi necessari a mandare avanti i progetti in corso.

Il sindaco ha affidato le sue critiche ad un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebbok.

L’interruzione dei fondi è stato deciso “senza alcuna motivazione plausibile”, ha scritto il sindaco.

“Riace è stata esclusa dal saldo Luglio-Dicembre 2017 (circa 650mila euro) e per il 2018 non è compresa tra gli enti beneficiari del finanziamento del primo semestre, nonostante tutte le attività siano state svolte e nessuna comunicazione si pervenuta della chiusura del progetto”.

I soldi servivano a pagare i fornitori, il  personale e i rifugiati che beneficiano dei progetti.

Il sindaco ha denunciato che anche i fondi per i Centri di accoglienza straordinaria non arrivano da tempo.

“Da settembre del 2016 il prefetto di Reggio Calabria con vari assurdi pretesti si è rifiutato e ancora si rifiuta di saldare il dovuto. Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno”.

Secondo quanto scritto dal primo cittadini senza i fondi 165 rifugiati, fra cui 50 bambini, “finirebbero per strada” e 80 operatori rimarrebbero senza lavoro, oltre a danneggiare economia di un’intera zona.

“Crollerebbe tutto sotto un cumulo di macerie” scrive il sindaco Lucano.

Il primo cittadino però ha deciso di iniziare lo sciopero della fame per manifestare contro ogni forma di razzismo, di fascismo, di discriminazione e di sfruttamento, “per difendere le persone più deboli quelli che non contano (praticamente zero), categoria a cui sento con orgoglio di appartenere”.

A inizio giugno, il sindaco era stato attaccato dal ministro Salvini che in un video lo aveva definito “uno zero”.

“Al sindaco di Riace non dedico neanche mezzo pensiero. Zero, è zero”, continua Salvini.

Il sindaco Lucano ha portato avanti nella sua città una politica di inclusione degli immigrati, permettendo loro di utilizzare le case abbandonate di Riace.

Così facendo, Lucano è riuscito anche a rivitalizzare l’economia della zona, oltre a diventare un modello di riferimento in tema di accoglienza.

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