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Riace, il sindaco Lucano: “Creeremo un nuovo Sprar. L’accoglienza la facciamo da soli senza il Governo”

"Contro di me c’è stata una vendetta di alcuni ispettori e di alcuni pezzi grossi del servizio Sprar", il sindaco di Riace agli arresti domiciliari si racconta al Manifesto

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 16 Ott. 2018 alle 11:18

“Sono vittima di un disegno ben preciso che parte da lontano e che prescinde anche dalla magistratura. La manovra è tutta politica ed è bipartisan, riguarda il vecchio e il nuovo inquilino del Viminale. La procedura degli Sprar è falsata. Contro di me c’è stata una vendetta di alcuni ispettori e di alcuni pezzi grossi del servizio Sprar”.

Lo dice in un’intervista al Manifesto il sindaco di Riace, Domenico Lucano, che da due settimane è agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata. In questo articolo tutto quello che c’è da sapere sula vicenda del comune di Riace.

Il borgo di Riace era diventato noto a livello mondiale per quello che viene chiamato il “modello Riace”, una politica di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo messa in atto dal sindaco Domenico Lucano (qui un suo profilo).

Martedì 16 ottobre, il tribunale del Riesame di Reggio Calabria si pronuncerà sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Domenico Lucano. Alle 18 è previsto un sit-in a piazza della Prefettura indetto dai movimenti antirazzisti e dalle reti di solidarietàperRiace.

Dopo tutto quello che mi hanno fatto sono pessimista. Sono vittima di un disegno ben preciso che parte da lontano e che prescinde anche dalla magistratura. La manovra è tutta politica ed è bipartisan, riguarda il vecchio e il nuovo inquilino del Viminale”, afferma il sindaco.

Ma sulle pagine del Manifesto il sindaco si difende e annuncia un cambio di rotta: “A me contestano un matrimonio che hanno definito ‘combinato’ anche se di combinato non c’è nulla, ma a Minniti perché non viene mai contestata l’ecatombe di migranti in Mediterraneo o la deportazione di africani nei campi di tortura libici? La risposta io ce l’ho: perchè noi siamo gli ultimi, e non contiamo nulla. Ma verrà il tempo in cui questi ultimi, questi ‘zero’ come mi ha affettuosamente definito Salvini, si ribelleranno”.

Dopo il discusso arresto del sindaco Domenico Lucano, arriva una nuova decisione del Viminale che nei mesi scorsi aveva già evidenziato diverse anomalie nella gestione dello Sprar.

Nel nuovo provvedimento, che contesta al comune reggino 34 penalità, si chiede, quindi, di trasferire gli ospiti e di rendicontare ogni spesa sostenuta per arrivare alla chiusura del sistema di accoglienza.

Nella serata di domenica 14 ottobre, il ministero dell’Interno precisa: “A Riace – si legge in una una nota del Viminale – non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria”. Stando a quanto ricostruito dal Ministero, si tratta del “meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere, perché finisce oppure perché viene revocato dal Viminale”.

Sul tema il sindaco è chiaro: “Dal Viminale ho avuto solo delusioni in questimesi. La procedura degli Sprar è falsata. Contro dime c’è stata una vendetta di alcuni ispettori e di alcuni pezzi grossi del servizio Sprar”. 

Ma c’è una rivoluzione pronta che il sindaco vuole mettere in atto: “Lo Sprar di Riace non lo chiude il Viminale, lochiudo io. Non sono degni del messaggio di umanità ed accoglienza. Non vogliamo più essere icapri espiatori di politiche repressive. È ora di cambiare marcia”.

“Insieme a tutti i solidali creeremo un nuovo Sprar, autogestito e autosufficiente. Pagheremo prima i debiti che a causa di questo sistema farraginoso abbiamo contratto e poi ognuno per la sua strada”.

“Se il Viminale non ha fiducia in noi, l’accoglienza la facciamo da soli, con il crowfunding, con la solidarietà”.

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