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Rigopiano, un uomo ha violato i sigilli per portare i fiori dove morì il figlio, sarà processato. Salvini: “Andrò con lui”

Di Laura Melissari
Pubblicato il 22 Feb. 2019 alle 15:55

Alessio Feniello, che nel 2017 perse un figlio nella tragedia di Rigopiano, è stato condannato a una multa di 4.550 euro per essere entrato nella zona rossa. L’uomo voleva portare dei fiori sul luogo dove era morto il figlio Stefano, vittima della valanga.

L’uomo era stato condannato nel mese di gennaio 2019 a pagare la multa per avere violato i sigilli ed essere entrato nella zona sotto sequestro del resort di Farindola. Il legale di Feniello aveva depositato un’opposizione alla condanna e ora ha ricevuto il decreto di giudizio immediato. L’uomo sarà processato il prossimo 26 settembre.

La vicenda ha provocato indignazione e polemiche.

“Mi scrivono da tutta Italia. Non solo. Dal Venezuela e dagli Usa. Ricevo messaggi da connazionali che vivono all’estero e mi dicono, per fortuna me ne sono andato, questa giustizia non funziona. La gente non ha fiducia, ecco qual è il commento più ricorrente”, ha raccontato l’uomo.

“Andrò al processo a testa alta. E non sarò solo. C’è chi mi ha già fatto sapere di essere pronto a manifestare e a incatenarsi. Ripeterò come sono andati i fatti, posso dimostrarlo. Ero con mia moglie che però è stata archiviata. Perché due pesi e due misure?”, ha raccontato a Quotidiano.net.

Il giudice ha avuto “clemenza” per la donna, considerando lo stato emotivo che l’aveva spinta a portare i fiori, ma lo stesso non è successo per il marito.

“Credo che il processo servirà esclusivamente a stabilire che anche lui ha agito nello stesso stato d’animo della moglie. Non voleva rubare legna, raccogliere souvenir macabri, farsi selfie su un luogo che ha destato tanto clamore sui media. Semplicemente, anche lui cercava un momento di raccoglimento”, ha detto il legale della famiglia, che sostiene che sia assurdo andare a processo solo per stabilire che anche l’uomo era nello stesso stato emotivo della moglie.

“Non è possibile che queste persone dopo due anni, con tutte le accuse nei loro confronti, siano ancora lì. Già questa è una vergogna. Poi condannano me perché ho portato i fiori dov’è stato ucciso mio figlio. Ridicolo”, conclude l’uomo.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto sulla vicenda: “Pazzesco, andrò al processo con lui”, ha commentato.

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