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Il senatore leghista Pillon contro l’aborto: “Prima o poi in Italia faremo come in Argentina”

In un'intervista a La Stampa, il senatore, uno dei fondatori del comitato che ha organizzato il Family Day, ha espresso la sua opposizione alla legge 194 che garantisce il diritto all'interruzione di gravidanza

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 13 Ago. 2018 alle 11:24

“Oggi non ci sono le condizioni per cambiare la 194, ma vedrà che anche noi ci arriveremo, come è successo in Argentina”.

Queste le parole del senatore leghista, Simone Pillon in un’intervista al quotidiano La Stampa.

Secondo il senatore, uno dei fondatori del comitato che ha organizzato il Family Day, l’obiettivo principale da raggiungere al momento è “aborti zero”.

Successivamente, spiega Pillon, si dovrebbe arrivare a un cambiamento della legge 194 del 1978, che garantisce il diritto all’interruzione di gravidanza.

“Purtroppo oggi non ci sono ci sono i numeri in Parlamento, mancano le condizioni politiche, ma ci sono le condizioni per applicare la prima parte della 194, puntando all’obiettivo ‘aborti zero'”, spiega il ministro.

“Occorre aiutare le donne che vogliono abortire perché si trovano in difficoltà economiche e sociali. Le politiche che il ministro Fontana intende fare, con importanti aiuti alle famiglie, vanno in questa direzione”.

Per il sentore è importante che il governo vari delle misure a sostegno della maternità, “altrimenti nel 2050 ci estinguiamo come italiani”.

Il modello di riferimento del senatore è l’Argentina, dove di recente il Parlamento ha bocciato la legalizzazione dell’aborto.

L’interruzione di gravidanza continua quindi ad essere consentita solo in caso di stupro o rischio per la vita della madre.

Il senatore ha anche espresso il suo parere sulle famiglie omosessuali.

“Un bambino o un ragazzo ha il diritto di avere una madre e un padre. Potrà mai un uomo essere una brava madre e viceversa?”, ha commentato il senatore.

“Secondo me no, tranne se si crede al gender, al fatto che non ci sia alcuna differenza tra un uomo e una donna, non solo a livello cromosomico, ma di sensibilità, attitudine”.

La posizione del senatore della Lega è quindi conforme a quella del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, che di recente ha affermato che non si possono riconoscere i figli di coppie dello stesso sesso nati all’estero grazie a pratiche vietate in Italia come la maternità surrogata.

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