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Ciascuno di noi ha 13 segreti, di cui 5 inconfessabili

Un nuovo studio ha raccolto in 38 categorie gli oltre 13mila segreti di 1.200 persone. Svelando perché la parte peggiore di un segreto è la sua stessa “segretezza”

Di TPI
Pubblicato il 30 Mag. 2017 alle 13:30 Aggiornato il 27 Apr. 2018 alle 18:36

Non esiste una sola persona al mondo che non abbia un segreto. E questo non è un segreto. Ci sono cose che non vorremmo confessare neanche a noi stessi, quelle che ancora dopo anni ci creano imbarazzo solo a ricordarli e quelle che, nonostante gli sforzi per dimenticarli, ci tornano sempre in mente.

In una nuova ricerca scientifica, pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology, osserva l’argomento della segretezza da una prospettiva nuova, definendo il segreto non in base al suo contenuto ma al tempo che una persona ha trascorso a pensarci.

“Un grande segreto può preoccupare e consumare una persona”, ha detto Michael Slepian, l’autore della ricerca. “È divenuto chiaro che ciò che determina veramente un segreto è quanto le persone siano preoccupate. Forse abbiamo sempre pensato ai segreti nel modo sbagliato”.

Tradizionalmente, gli scienziati hanno studiato la segretezza come un atto sociale, come il nascondiglio intenzionale delle informazioni agli occhi degli altri. Secondo questa opinione, è la soppressione del segreto, lo sforzo per tenerlo nascosto agli altri, ad essere la cosa più difficile da sopportare.

Ma questo nuovo studio sostiene che i segreti causino la sofferenza anche in altri modi. La maggior parte del tempo sei tu a dover fare i conti con il tuo segreto, pensando ai molti modi in cui potrebbe essere scoperto o a come potresti accidentalmente rivelarlo, ed è questo a rappresentare la maggior parte dell’esperienza negativa di chi convive con un segreto.

Questa intuizione ha portato Slepien e i suoi colleghi a proporre “una nuova teoria della segretezza”. Ciò che è dannoso per un segreto non è tanto il contenuto quanto la necessità della mente di continuare a ripensarci.

Per testare questa teoria, Slepian ei suoi colleghi hanno eseguito una serie di studi, chiedendo a 1.200 partecipanti di descrivere i propri segreti. Le oltre 13mila informazioni raccolte sono state riesaminate e classificate in 38 categorie.

Tra i segreti svelati ai ricercatori, vi sono l’aver fatto male a qualcuno, aver fatto uso di droghe, avere una qualche dipendenza, aver rubato o fatto qualcosa di illegale, avere praticato autolesionismo o avere abortito.

Altre notizie tenute nascoste riguardano il sesso e le relazioni in generale, come l’infedeltà, l’essere amante di qualcuno, fantasie erotiche, abitudini sessuali insolite e il proprio orientamento sessuale.

Il 60 per cento degli intervistati ha ammesso di aver mentito sulla propria situazione finanziaria. Il 47 per cento ha tradito la fiducia di qualcuno e il 33 per cento ha commesso un furto o nascosto una relazione.

Secondo lo studio, ogni persona tiene per se stesso 13 segreti. Di questi, almeno cinque sono segreti che nessuno ha mai avuto il coraggio di svelare. Ma qual è la parte peggiore nel conservare i segreti? Questi ultimi rappresentano un peso per le persone, anche quando le probabilità che l’informazione nascosta venga svelata siano minime.

È proprio la segretezza stessa la parte peggiore nel tenere un segreto: il pensarci continuamente, l’ossessione mentale nei suoi confronti. Questo atteggiamento ci fa male, facendoci sentire inautentici.

Gli intervistati hanno rivelato di pensare di più ai loro segreti quando si trovano da soli, piuttosto che quando sono in compagnia. Gli autori della ricerca suggeriscono anche un modo per non lasciarsi appesantire da un segreto.

Se proprio non lo si vuole raccontare a nessun amico o parente, parlarne su un forum online, in anonimato, può essere la soluzione migliore.

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