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“Schedati e sottoposti ad una perquisizione corporale i passeggeri del pullman diretto a Roma alla manifestazione nazionale antirazzista”

Manifestanti schedati e perquisiti alle porte di Roma prima di raggiungere la manifestazione. Credit: Twitter/Globalproject.info

Circa trenta autobus sono stati fermati alle porte di Roma. I passeggeri sono stati perquisiti dalle forze dell'ordine, che hanno voluto leggere anche gli striscioni che avrebbero esposto durante il corteo

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 11 Nov. 2018 alle 11:57 Aggiornato il 11 Nov. 2018 alle 12:14

“Il pullman partito da Spezia e da Massa diretto a Roma per la manifestazione nazionale antirazzista in programma per oggi è stato fermato come gli altri pullman provenienti da varie città d’ Italia. Tutti i manifestanti sono stati fatti scendere, schedati e sottoposti ad una perquisizione corporale, dei bagagli con un controllo certosino anche di bandiere e striscioni”.

A scrivere sono i passeggeri di alcuni pullman che, alle porte di Roma, sono stati bloccati dalle forze dell’ordine e sottoposti a perquisizioni. I pullman erano diretti alla manifestazione Indivisibili di sabato 10 novembre, indetta contro il decreto Salvini.

Sono stati circa trenta, in tutto, i pullman bloccati. I partecipanti all’evento indetto da diverse organizzazioni sindacali e associazioni sono stati fermati, perquisiti e identificati.

Come si legge ancora nel comunicato dei manifestanti di Spezia e Massa, “l’operazione ha ovviamente richiesto parecchio tempo e non contenti, terminati i controlli, le forze dell’ordine hanno trattenuto i pullman per oltre 40 minuti”.

Gli autobus sono stati poi “accompagnati” fino alla manifestazione. “Mentre scriviamo veniamo scortati presso il centro di Roma dagli agenti della Polizia di Stato. Quanto sta accadendo rappresenta un fatto molto grave, una limitazione delle libertà democratiche e costituzionali ingiustificata e inaccettabile, una vera  intimidazione che nulla ha a che fare con la sicurezza”, si legge ancora.

“Tutto questo – scrivono in conclusione – rafforza le ragioni per cui stiamo andando a Roma per dire NO al Decreto Salvini che dopo il Minniti limiterà sempre più il diritto all’espressione e all’organizzazione  del dissenso”.

Anche altri manifestanti sono stati bloccati per essere sottoposti a perquisizioni prima di arrivare a Roma. “Irrompe la democrazia, la polizia sta fermando tutti i pullman verso Roma ma quel che è peggio è che stanno filmando, identificando e intimidendo anche i migranti. Benvenuti in Salviniland”, si legge in un post pubblicato sulla pagina da Spazio Autogestito Arvultura, accompagnato dalle immagini che vedono le forze dell’ordine nell’atto di controllare i manifestanti.

Anche dal mondo della politica è arrivata l’indignazione per quanto accaduto prima dell’inizio della manifestazione. Il presidente del Pd Matteo Orfini ha scritto in un tweet: “Non si capisce perché i manifestanti diretti a Roma siano fermati dalle forze dell’ordine, identificati, i testi dei loro striscioni verificati uno ad uno. Il Viminale chiarisca subito (e garantisca il diritto a manifestare)”.

Anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha commentato la situazione in un tweet: “Forse è ora che il ministro dell’Interno chiarisca cosa sta succedendo. Quello che è avvenuto alle porte di Roma è gravissimo. Salvini lo dovrá spiegare comunque in Parlamento”.

 

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