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Quanto avrei voluto che a 10 anni mi avessero spiegato cos’è un orgasmo

In una quinta elementare della scuola Sant’Agnese di Modena una lezione di educazione sessuale ha scatenato le proteste dei genitori. Il commento di Lara Tomasetta

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 8 Giu. 2017 alle 14:32 Aggiornato il 23 Apr. 2018 alle 17:23

“Quando due persone si amano sentono il bisogno molto forte di ricevere e dare tenerezza si baciano e si accarezzano per tutto il corpo, esprimono con parole affettuose l’amore che provano”, si legge sul foglio consegnato ai bambini di una quinta elementare della scuola primaria Sant’Agnese di Modena durante una lezione di educazione sessuale. Titolo: “Amarsi”.

Agli alunni vengono distribuiti alcuni disegni e dei testi dal contenuto fortemente esplicito che intendono soddisfare le curiosità dei bambini in fase pre-adolescenziale.

“Allora il pene dell’uomo diventa grande e duro e la vagina della donna si inumidisce: per tutti e due è molto bello quando la donna fa penetrare il pene rigido dell’uomo nella sua vagina. I due lo fanno muovere avanti e indietro nella vagina e provano un piacere intenso”.

“Ad un certo punto la vagina si fa più stretta e dal pene schizza fuori un po’ di liquido. Questo è il momento più piacevole. Si chiama orgasmo”, prosegue la spiegazione scritta.

Nonostante il programma formativo fosse stato condiviso con i genitori, sono nate polemiche per le immagini troppo forti evocate dai vocaboli utilizzati nel testo.

Di sicuro non vi è il pericolo di fraintendimenti. L’intero atto sessuale è spiegato minuziosamente. Ma i genitori di quella classe non hanno amato i toni così cristallini, sollevando lamentele nei confronti del corpo docente.

A questo punto tocca capire se il problema riguarda la decisione di spiegare questi temi a bambini di 10 anni, o se è la metodologia utilizzata a destare preoccupazione.

Io, probabilmente, avrei benedetto una lezione di questo tipo. Qualcosa che mi desse una bussola, anche piuttosto chiara, su come orientarmi tra istinti, parti del corpo sconosciute e spesso dotate di volontà indipendenti dalla mia, e repentini cambi umorali.

Conoscere il sesso, viverlo, può essere la cosa più traumatica e dolorosa del mondo. Specialmente quando si cerca di diventare adulti rincorrendo i tempi dei propri coetanei, mentre il resto del mondo sembra già aver capito tutto.

Per me, una bambina che si stava sviluppando, è stata un’altalena delirante tra presagi di terribili sventure narrate da genitori e da dottoresse poco delicate incontrate nei consultori – “attenta a non restare incinta”, “sei troppo piccola”, “ti rovini la vita” – e racconti a dir poco esagerati di compagni di classe, amici e parenti.

Il solo pensiero di toccare un membro maschile ha rappresentato un tabù per anni. Il terrore di combinare “guai” ha avuto come conseguenza diretta il fatto di averli combinati, quei guai.

La sensazione di totale libertà che si prova nel fare l’amore mi è rimasta oscura per anni. Forse perché le poche spiegazioni scientifiche del professore di biologia in terza superiore sulla riproduzione non sono bastate a farmi capire cosa si provi in quei momenti, e come davvero si debbano affrontare alcune situazioni.

Non ricordo nemmeno la prima volta che mi è stato spiegato cosa fossero i rapporti sessuali. Di sicuro ero alle scuole medie, quella che oggi si chiama scuola secondaria di primo grado.

Fu una mia amica a spiegarmi le nozioni principali. Il resto lo capii da una serie di scene che irrompevano nei film, e forse da qualche mesta puntata di Beautiful, una delle soap opera più ammiccanti e longeve al mondo. Poi vennero alcuni film erotici d’autore presi a noleggio: quello fu il momento del vero cambiamento.

Certamente non furono né le insegnanti delle elementari né i miei genitori a spiegarmi qualcosa sul sesso, quell’universo così complesso e al contempo affascinante.

Ma i tempi cambiano, i genitori mostrano il desiderio di prendersi cura dello sviluppo psicofisico dei propri figli, e gli istituti scolastici hanno tutto l’interesse di assecondare questi bisogni. Specialmente in una fase storica in cui ogni alunno iscritto partecipa attivamente all’economia dell’azienda-scuola e non è il caso di lasciarsi sfuggire qualche cliente.

A me nessuno ha mai spiegato la differenza tra erotismo, sessualità, amore. Ed è certamente un bene che alcune scoperte siano rimaste a mio carico.

D’altronde la scoperta fa parte integrante del fascino del sesso.

Ma sono sicura che, nonostante il primordiale shock nel vedere alcune immagini e nel leggere alcuni termini a soli 10 anni, quelle lezioni mi avrebbero reso la vita molto più semplice, e probabilmente – cosa ancora più importante – mi avrebbero reso una persona molto più sicura e consapevole di sé.

(Di seguito il post su Facebook di un genitore dei bambini dell’Istituto Sant’Agnese di Modena che riporta immagini e testi della lezione).

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