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“Il seggio di Salvini in Calabria spetta a me, ma lui non ha intenzione di mollarlo”, la candidata di Forza Italia a TPI

Il Ministro dell’Interno si è opposto alla decisione adottata dalla Giunta per le elezioni del Senato e redige la sua versione dei fatti

Di Michele Presta
Pubblicato il 15 Feb. 2019 alle 18:55 Aggiornato il 15 Feb. 2019 alle 18:56

Elezioni che vai, centro destra che trovi. Gli idilli per la vittoria in Abruzzo sono ormai un miraggio se si riavvolge il nastro ai fasti delle elezioni dello scorso 4 marzo.

Lega e Forza Italia, forze della stessa coalizione, sono l’una al governo e l’altra all’opposizione. E per Matteo Salvini il posto in Senato conquistato nella regione Calabria, adesso è un problema da risolvere più che un vessillo da sbandierare.

Se è vero che la sua elezione è blindata in una botte di ferro, altrettanto vero è che a conti fatti, dovrebbe lasciare il seggio conquistato in terra calabra per accontentarsi di una elezione nel Lazio.

A sollevare il caso qualche mese fa è stata la candidata al Senato, per Forza Italia, Fulvia Caligiuri. “Subito mi sono accorta che c’era qualcosa che non andava”, ripete da diverso tempo.

Il problema sono i dati invertiti fra Forza Italia e Fratelli d’Italia rispetto ai conteggi fatti dell’aspirante senatrice. “Ho fatto delle verifiche –spiega- e grazie alla perizia di un docente universitario di informatica abbiamo appurato che per il Senato due seggi spettano a Forza Italia, non uno alla Lega e uno a Forza Italia”.

Ed il conteggio dei voti della candidata, al secondo posto nel listino bloccato nelle liste del “cavaliere”, ha trovato pieno accoglimento anche dalla Giunta per le elezioni del Senato riferito ai collegi plurinominali. Così scrissero nel verbale dello scorso 27 novembre: “I due seggi assegnati in sede di proclamazione dall’Ufficio elettorale regionale alla Lega e al Movimento politico Forza Italia, a seguito dell’attribuzione al Movimento politico Forza Italia di 2.916 voti in più rispetto ai dati di proclamazione, risultano assegnati entrambi a quest’ultimo”.

Seppur dettato da uno stile prosaico il testo è chiaro nel riconoscere a Fulvia Caligiuri il seggio occupato da Matteo Salvini. Il passaggio che concluderebbe l’operazione a questo punto sarebbe lineare: il Ministro degli Interni rimarrebbe saldamente al suo posto grazie all’elezione nel Lazio (possibile grazie ai meccanismi della legge elettorale voluta dal Pd) e a farne le spese sarebbe la senatrice Cinzia Bonfrisco.

Ma al momento c’è poco da esultare per la Caligiuri. Sì perché, spesso, il procedimento di surroga può durare anche diversi anni (tra meno di due settimane sarà già un anno dalle elezioni) e poi perché Matteo Salvini si è opposto alla decisione assunta dalla Giunta che ha dato ragione alla candidata calabrese.

Una mossa quella del vice-premier che secondo i ben informati, altro non rappresenterebbe che un escamotage tutto politico per guadagnare tempo e consentire alla senatrice leghista, che dovrebbe lasciare il posto a Matteo Salvini, di essere in lista per le prossime elezioni europee.

“È una resistenza che onestamente non mi aspettavo – spiega Fulvia Caligiuri- sono anche disposta ad incontrare il vice-premier e mostrare gli errori di trascrizione che abbiamo accertato nel corso delle verifiche, non ho problemi, ma voglio chiudere questa storia anche per rispetto dei miei elettori”. Un giallo politico nel centro destra che, soprattutto a latitudini meridiane, non si affranca così facilmente rispetto a quelle che sono le volontà politiche che arrivano dalla capitale.

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