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“Come facciamo a cacciare Salvini?”: il ministro dell’Interno contro un presunto compito in classe di una scuola di Bologna

Il post di Salvini su Instagram

"Scriverò al ministro della Pubblica Istruzione" denuncia Salvini sui social. Il provveditore: "Il caso non esiste"

Di TPI
Pubblicato il 26 Set. 2018 alle 17:26 Aggiornato il 26 Set. 2018 alle 17:30

“Come facciamo a cacciare Salvini?”: lo strano caso del presunto compito in classe di una scuola di Bologna

Lo sfogo sui social arriva forte, contemporaneamente su Facebook, Twitter e Instagram: “A Castel del Rio, Bologna, una insegnante di italiano delle medie avrebbe chiesto agli studenti: “Come facciamo a cacciare Salvini?”. Accomunato a inquinamento, desertificazione, guerra e malattie…” – scrive lo stesso Matteo Salvini sui propri canali ufficiali – “Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della Pubblica Istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pregiudizi politici e in un Paese libero”.

Il tweet di accusa del ministro

“Come facciamo a cacciare Salvini?”: tutta la storia

La storia però sembrerebbe diversa.

Come racconta Repubblica, non si tratterebbe della traccia di un tema né di un compito a casa: “Si tratta della ‘bottega dei desideri’, una pratica didattica fatta all’inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere i bambini tra di loro e all’insegnante” spiega il direttore dell’ufficio scolastico dell’Emilia Romagna Stefano Versari –  “Un caso che non esiste”.

Scrive Repubblica che funziona così: ogni alunno esprime un desiderio e trascrive sul quaderno quelli degli altri, per parlarne poi insieme al docente e conoscersi. Il ‘casus belli’ sarebbe un desiderio particolare, “cacciare Salvini” appunto, che l’insegnante avrebbe anche chiesto di non trascrivere insieme agli altri.

“Per precauzione ho chiesto sull’episodio una relazione scritta” – prosegue Versari – “Ma ho la percezione di una realtà che cerca l’esorbitanza, e che quando l’esorbitanza non c’è tende a costruirla”, a “stravedere rispetto alla realtà”. “Non è un bel segnale” chiosa.

Nel frattempo la macchina social però è partita: i post di Salvini hanno raccolto in meno di un’ora circa 30.000 feedback tra like, retweet e preferiti.

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