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Nuova rissa Saviano-Salvini. “Vuoi arrestare i migranti, sei in preda al delirio”; “Ti querelo di nuovo”

Matteo Salvini e Roberto Saviano

Il caso della nave Diciotti ha riacceso lo scontro tra lo scrittore e il ministro dell'Interno

Di Luca Serafini
Pubblicato il 12 Lug. 2018 alle 09:28

A poche settimane dal durissimo scontro sulla scorta a Roberto Saviano, l’autore di Gomorra e Matteo Salvini tornano sul ring. Stavolta l’oggetto del contendere, come spesso accade quando c’è di mezzo il ministro dell’Interno, è rappresentato dai migranti.

Nello specifico, Saviano è intervenuto sulla vicenda della nave Diciotti, che attraccherà a Trapani con 67 migranti trasbordati domenica scorsa dal mercantile italiano Vos Thalassa.

Salvini aveva invocato una giustizia sommaria per questi 67 migranti.

“Se c’è gente che ha minacciato e aggredito – ha detto il vicepremier – non è gente che finisce in un albergo ma è gente che dovrà finire in una galera: io non darò autorizzazione a nessun tipo di sbarco finché non ci sarà garanzia per la sicurezza degli italiani che delinquenti, che non sono profughi, che hanno dirottato una nave con la violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi vengano portati il prima possibile al loro paese”.

Il leader della Lega, insomma, vorrebbe far sbarcare i migranti direttamente in manette. Una dichiarazione a cui ha replicato duramente Roberto Saviano sul suo profilo Facebook.

“Il Ministro della Mala Vita dice che i 67 migranti a bordo della Diciotti non sbarcheranno a Trapani se non avrà garanzie che verranno arrestati. Salvini anche oggi fa un’invasione di campo per avere visibilità; questa volta a essere totalmente bypassata è la magistratura. Salvini, preso da delirio di onnipotenza e credendo di disporre personalmente di tutti i poteri dello Stato, dice che ‘il governo agisce con una sola voce e una sola testa’, la SUA”.

“Ecco perché LUI chiede l’arresto per persone le cui vicende non sono ancora state valutate da nessun magistrato e, in casi come questo, di arresti si occupa la magistratura che è sottoposta solo alla legge e che non deve “garanzie” a nessuno, neanche al ministro degli Interni”.

Saviano, nel suo post, si rivolge quindi al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “Allora mi domando: ma il ministro Bonafede, ministro della Giustizia, quindi colui il quale dovrebbe far rientrare Salvini nei ranghi, non ha nulla da dire? Ha capito Bonafede cosa sta accadendo? Se non l’ha capito, qualcuno può essere così gentile da spiegarglielo?”

Salvini non ha affatto gradito questo attacco e, come già accaduto a inizio giugno, ha annunciato di voler sporgere querela.

“Da Saviano altri insulti, in arrivo altra querela”, ha scritto il vicepremier su Facebook.

 

Si tratta della seconda querela annunciata da Salvini nei confronti di Saviano. Il 4 giugno scorso, il leader della Lega aveva scritto sui social: “Querelo raramente ma oggi lo faccio volentieri nei confronti del signor Saviano che non può permettersi di dire di me che ‘…qui si tratta di un uomo che vuole far annegare le persone’”.

Tutto era iniziato con le dichiarazioni rese dallo stesso Salvini il giorno dopo aver giurato come ministro dell’Interno: “Per i clandestini è finita la pacchia, devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare”, aveva detto il vicepremier.

Per poi chiosare: “Sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani”.

Parole, specie quelle sulla “pacchia” dei clandestini, che hanno suscitato lo sdegno di molti, e che non sono piaciute nemmeno a Saviano. Quest’ultimo, però, ha deciso di andarci giù pesante, e in un video pubblicato sul sito del quotidiano Repubblica ha dapprima contestato nel merito le dichiarazioni di Salvini, per poi affondare il colpo con un attacco molto duro.

“La poca conoscenza che ha il ministro Salvini del diritto del mare – ha detto Saviano – lo porta a ignorare un elemento fondamentale: le Ong agiscono sempre coordinate dalla Guardia Costiera italiana, quindi sempre nel rispetto delle regole. Dando dei ‘vice scafisti’ a persone che salvano vite in mare, sta dando anche colpa alla Guardia costiera italiana e di questo deve prendersene responsabilità”.

“Il diritto del mare ha una regola eterna: Non si lasciano persone a mare, non si lasciano annegare. E non sarà Salvini a interrompere questo diritto sacro”.

Poi l’affondo: “Invitare il ministro Salvini ad avere maggiore educazione e capacità di comprensione sembra impresa inutile. Disobbedite a questo ministro dell’Interno, quest’uomo vuole fare annegare le persone. Salvini non ha risposte sull’immigrazione, ma solo generica repressione”.

La frase incriminata, che ha portato Salvini ad annunciare querela, è ovviamente “quest’uomo vuole fare annegare le persone”.

Salvini, in quel caso, aveva precisato che avrebbe querelato non da ministro ma “da papà”.

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