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Salvini: “La libertà di informazione è qualcosa di soggettivo. Dall’UE soldi alla Turchia, ma lì non c’è”

Matteo Salvini
Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 11 Set. 2018 alle 20:14 Aggiornato il 11 Set. 2018 alle 20:55

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha partecipato alla trasmissione televisiva Porta a Porta in onda questa sera (martedì 11 settembre) su Rai Uno.

“La libertà di informazione è qualcosa di molto soggettivo – le sue parole -. Potremmo aprire un dibattito di settimane. L’Europa da’ soldi alla Turchia dove non mi pare ci sia molta libertà di informazione. L’Onu anziché mandare ispettori in Italia a cercare razzisti che non ci sono, li mandi in Turchia”.

“Le lezioncine di un organismo come l’Onu lasciano il tempo che trovano, diamo all’Onu 700milioni di euro all’anno, voglio che mi dicano come spendono ogni euro, se li utilizzano per fare cose o se fanno cene nei ristoranti stellati”.

Sulla legge Fornero: “Gli imprenditori mi chiedono di rivedere la legge Fornero faremo quota 100 ma per me il limite di 64 anni è troppo alto, io ho chiesto al massimo 62 o 41 e mezzo di contributi”.

Poi sulla Rai: “Berlusconi? Conto di vederlo nelle prossime ore perché c’è un’azienda che ha voglia di crescere e correre: credo che sia la possibilità di trovare un accordo”.

E corregge Tria sul condono fiscale. “Lo Stato incasserà almeno 20 miliardi di euro dalla pace fiscale e non tre come ha detto Tria, ma si sa che il ruolo del ministro dell’Economia è quello di mediare, frenare…”.

“Quest’anno cosa faremo? L’inizio dello smontaggio della Fornero, l’avvio della flat tax, la pace fiscale e l’avvio del reddito di cittadinanza purché non sia assistenza: tutto questo rispettando i vincoli europei”, assicura. “Conto di governare 5 anni, checché ne pensino Renzi,  Boschi e compagnia cantante”.

“Il pacchetto immigrazione-sicurezza lo porteremo in consiglio dei ministri entro fine mese – ha proseguito -,  sarà  un  decreto legge che poi discuterà il Parlamento: anzi due uno sui migranti, uno sulla sicurezza”.

Nel giorno in cui il Parlamento europeo a Bruxelles ha sanzionato Orban sulle politiche migratorie, Matteo Salvini, finito sotto inchiesta per sequestro di persona per la Diciotti, ha rivendicato la linea della chiusura totale.

“Faccio in modo che le navi non arrivino, se risuccedesse rifarei esattamente quello che ho fatto, mettendo in sicurezza donne, malati e bambini, se vogliono indagarmi ancora lo facciano ancora, se pensano di fermarmi   dandomi del sequestratore o bloccandomi i conto corrente si sbagliano, io vado avanti col portafoglio vuoto e il cervello pieno”.

“I 49 milioni di rimborsi pubblici che la Lega è stata condannata a restituir? I soldi non ci sono né in Italia né in Lussemburgo, è tutto certificato. Belsito, l’ex tesoriere della Lega, dice che ha lasciato 40 milioni? Ma dove li ha lasciati? Non mi fido di chi è stato condannato a qualche anno:  non so quanto c’era in cassa nel 2013, quando sono diventato segretario, ma ogni spesa è documentata”.

Poi su Alessandro Di Battista che dal Guatemala ha detto che la Lega deve restituire ogni euro taglia corto: “Ma se sto in Guatemala con la mia famiglia mi godo la mia famiglia, che cazzo mi occupo dei soldi della Lega? E’ una battaglia interna”.

Infine, sul ponte di Genova: “In un momento così grave per Genova e per l’Italia non si può essere tifosi del tutto pubblico e del tutto privato: bisogna costruire bene in fretta: occorre un commissario e il mio obiettivo è che sia il pubblico ad avere la regia con fondi privati”.

“Autostrade  faccia dieci passi di lato e chieda scusa, cosa che non ha fatto sufficientemente: le polemiche tra il governatore e i ministri non fanno bene”.

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