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Cosa ha detto Salvini a Porta a Porta sui migranti e l’Europa

Matteo Salvini

Il ministro dell'Interno ha attaccato l'Ue sulla bozza del vertice di domenica prossima a Bruxelles

Di Laura Melissari
Pubblicato il 21 Giu. 2018 alle 08:26 Aggiornato il 21 Giu. 2018 alle 08:26

Irritato per la bozza Ue sui migranti che sta circolando, preparata da Francia e Germania e che, se confermata, aggrava più che risolvere il problema degli sbarchi nei paesi di primo approdo, mercoledì 20 giugno Matteo Salvini ha attaccato l’Europa dalla trasmissione Porta a Porta, su Rai Uno: “Se andiamo a Buxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti invece di aiutarci, allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio”.

“Spero che Conte – ha detto il ministro dell’Interno- vada a far valere le nostre ragioni, ma l’Italia non è più scontata, il popolo italiano non è più in vendita”.

“Siamo il secondo paese per contributi all’Europa, secondi per migranti accolti, vogliamo essere ascoltati, non è possibile che dettino legge francesi e tedeschi, mentre l’Italia paga e accoglie e questo vale anche per pesca, turismo, banche. Il premier Conte ha tutto il mio sostegno e quello del popolo italiano”.

Salvini ha attaccato anche il presidente francese Macron e quello spagnolo Sanchez: “Macron è un chiacchierone e pure Sanchez, anche se è lì da poco. Parlano di bontà e generosità? lo dimostrino”.

Non è mancata anche una stoccata agli avversari politici e alla parte di opinione pubblica che gli è ostile: “Ogni volta che faccio qualcosa arriva l’Internazionale dei rosiconi che sta andando avanti a Maalox dal 4 marzo. Se ne facciano una ragione”.

Domenica, a Bruxelles, si terrà un vertice tra otto paesi, organizzato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ma le cui conclusioni sono già contenute in una bozza.

Il documento contiene riferimenti al rafforzamento delle frontiere esterne ma, soprattutto, l’obbligo per i paesi di primo ingresso come l’Italia di riprendersi i migranti fuggiti negli altri paesi.

Si parla diffusamente di una serie di misure che gli stati di primo approdo dovranno mettere in atto per evitare analoghe “fughe” di migranti in futuro. Quanto al trattato di Dublino, si invocano modifiche ma senza intervenire sul meccanismo per cui la domanda di asilo è in carico al paese di primo ingresso, e senza alcuna menzione alle quote di ridistribuzione dei rifugiati tra i vari paesi Ue.

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