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Salvini risponde a Famiglia Cristiana dopo la copertina che lo accosta al Demonio

La copertina di Famiglia Cristiana contro Salvini

"A odio e disprezzo rispondiamo col sorriso e col perdono! Vi voglio bene Amici", ha twittato il leader della Lega

Di Luca Serafini
Pubblicato il 26 Lug. 2018 alle 10:54

Matteo Salvini ha replicato a Famiglia Cristiana, dopo che mercoledì 25 luglio il settimanale cattolico ha messo in copertina il volto del vicepremier accanto a una mano che lo respinge e il titolo “Vade retro Salvini”.

“A odio e disprezzo rispondiamo col sorriso e col perdono! Vi voglio bene Amici”, ha twittato il leader della Lega, corredando il testo con un collage delle copertine che lo hanno attaccato nelle ultime settimane, da quella di Rolling Stone a quella dell’Espresso, passando appunto per Famiglia Cristiana.

Famiglia Cristiana, nel numero uscito ieri, ha condannato di fatto la politica del vicepremier in fatto di immigrazione: “La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro dell’Interno”, si legge in copertina.

Già ieri era arrivata una prima risposta di Salvini che, in un tweet e sulla sua pagina Facebook, lasciava trapelare il disappunto nei confronti della scelta del settimanale paolino.

“‘Vade retro Salvini’? Addirittura… Satana! Non penso di meritare tanto – aveva commentato Salvini – Ho la gioia di avere quotidianamente il sostegno di tante donne e uomini di chiesa”.

“C’è modo e modo di pensarla anche all’interno delle gerarchie ecclesiastiche. Ricordo che un principio vigente del cattolicesimo, riscontrabile su internet, dice che l’accoglienza è un dovere nella misura del possibile. E penso che con i numeri che abbiamo la misura del possibile in Italia sia colma o quasi”, aveva proseguito il ministro dell’Interno.

“Non penso di meritarmi l’accostamento al Diavolo… se è così” la copertina “mi pare di pessimo gusto. E irrispettosa nei confronti di qualcuno che dovrebbe avere nel perdono la sua prima dote”.

Famiglia Cristiana, nel numero uscito il 25 luglio, sceglie di raccogliere le storie di impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza e apre con le parole della presidenza della Conferenza episcopale italiana: “Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”.

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