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Salvini va ad accogliere 51 migranti arrivati con i corridoi umanitari: “Porte aperte a chi scappa dalla guerra”

Credit: Matteo Salvini Facebook

Il vicepremier all'aeroporto di Pratica di Mare: "Questo è l’unico modo per far arrivare in sicurezza donne, bambini, disabili. Sui barconi no"

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 17 Nov. 2018 alle 17:11 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:37

Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è andato nei giorni scorsi all’aeroporto di Pratica di Mare, in provincia di Roma, per accogliere personalmente 51 migranti africani arrivati in Italia attraverso una rete di corridoi umanitari organizzata da alcune associazioni cattoliche, tra la Giovanni XXIII.

“Questo è l’unico modo per far arrivare in sicurezza donne, bambini, disabili. Sui barconi no, perché sono gestiti da trafficanti che con quei soldi comprano armi e droga”, ha commentato il ministro, noto per la sua dura politica sui migranti.

Dei 51 migranti arrivati tramite i corridoi umanitari, 31 sono sudanesi, 9 etiopi, 6 eritrei, 4 somali e uno camerunese: poco meno della metà di loro sono minorenni.

I migranti sono arrivati in Italia passando per la Libia, dove sono rimasti rinchiusi per diverso tempo nei centri di detenzione. Individuati dall’Unhcr come persone vulnerabili, sono stati poi trasferiti in una struttura dell’Alto commissario Onu in Niger e da lì sono stati imbarcati per l’Italia.

Quindici di loro sono stati già riconosciuti come rifugiati politici, mentre gli altri 36 hanno presentato domanda di asilo.

“Il mio obiettivo é spalancare porte Italia a chi scappa dalla guerra. Chiudere a chi la guerra vuole portarcela in casa”, ha spiegato Salvini. “Questo è il primo di una serie di aerei. Non perché è Natale, ma perché Italia è un paese accogliente. Poi è chiaro che tra tante brave persone, ce ne sono alcune che brave non sono”.

“Mentre il Governo italiano accoglie ufficialmente 51 immigrati che scappano davvero dalla guerra, a Bruxelles i parlamentari europei del Ppe e del Pse corrono per andare a pranzo e in Aula e fanno mancare il quorum per istituire i visti umanitari. È l’ennesima ipocrisia di un’Europa incapace di affrontare i problemi e che non può dare lezioni all’Italia. Noi tiriamo dritto. E passiamo dalle parole ai fatti”, ha aggiunto.

E ancora: “Cosa fanno altri paesi europei su immigrazione, pesca eccetera? Non mi interessa. Noi facciamo da soli”.

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