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Salvini vuole la castrazione chimica per i colpevoli di stupro

Salvini combatte da anni la battaglia per l'introduzione della castrazione chimica contro lo stupro in Italia

L'affermazione arriva in seguito allo stupro di una barista di Piacenza, ma Salvini ha questo punto sul programma elettorale da anni

Di Viola Stefanello
Pubblicato il 20 Lug. 2018 alle 18:48

“Per i colpevoli di questi reati zero sconti, pena certa da scontare solo in galera e castrazione chimica!”. Sono queste le dure parole di condanna del ministro dell’interno Salvini in seguito alla notizia di uno stupro avvenuto a Piacenza.

Un cittadino romeno pregiudicato di 34 anni accusato di essere responsabile della violenza sessuale subita da una barista cinese poche notti fa è stato fermato a Milano.

La donna è stata appena dimessa dall’ospedale di Piacenza dopo essere stata stuprata e picchiata nel suo bar, in una zona residenziale, e portata al pronto soccorso in stato di profondo choc.

L’uomo stava fuggendo quando è stato identificato dai Carabinieri di Piacenza e arrestato.

Il ministro della giustizia grillino Alfonso Bonafede ha promesso condanne esemplari per chi commette violenze sessuali: “Introdurremo nuove aggravanti e ulteriori aumenti di pena quando la vittima è un soggetto vulnerabile. È scritto nel nostro contratto di governo e lo faremo, statene certi!”, ha commentato.

Il ministro dell’interno Salvini ha rincarato la dose, invocando la castrazione chimica per i colpevoli di violenza sessuale.

Le altre volte che Salvini aveva invocato la castrazione chimica per i colpevoli di violenza sessuale

Quella della castrazione chimica come soluzione contro lo stupro è un’idea che il leader della Lega cova da molto prima di salire al governo.

Nel 2015, Salvini scriveva sulla propria pagina facebook: “CASTRAZIONE CHIMICA per stupratori e pedofili. Da anni viene utilizzata come cura negli Stati Uniti, in Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia, Spagna, Polonia, Inghilterra. La Lega la propone da tanto tempo anche in Italia”.

L’anno scorso, dopo il caso di Rimini, dove una turista polacca era stata ripetutamente stuprata da un branco in spiaggia, la risposta automatica era stata: “Ci sono quattro vermi ricercati. Se li prendono, la galera non basta, sono stanco di ripeterlo: castrazione chimica, e non lo fanno più”.

Il leader leghista si è mostrato intransigente anche quando a stuprare è un minorenne e dunque più tutelato dalla legge italiana, come era appunto stato il caso a Rimini. “Se colpevoli, minorenni o no, castrazione chimica e poi a casa loro!”, aveva scritto.

A un’assemblea a Fontanella (Bergamo) proprio su questo tema nel 2017, Salvini si era detto convinto che una pena dura e certa farebbe diminuire i numeri dei reati sessuali in Italia. “L’unica pena certa è la castrazione chimica come succede negli altri Paesi europei”.

“Perchè chi fa violenza verso una donna o un bambino oltre a essere un delinquente è un malato e i malati si curano con quello che la medicina mette a disposizione”.

Ma la castrazione chimica funziona veramente?

Il criminologo Paolo Giulini ha però spiegato a Lettera43 perchè dire che la castrazione chimica funziona è una bufala.

“La realtà dice che mancano prove scientifiche dell’efficacia di trattamenti farmacologici sulla eccitabilità di pedofili e sex offender”, spiega l’articolo.

Si tratta infatti di terapie reversibili e molto costose che avrebbero delle conseguenze insostenibili per il nostro sistema carcerario, oltre a necessitare una modifica costituzionale.

Ecco come funziona, ora, il reato di stupro in Italia.
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