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Avvenire attacca Salvini: “Nessun uomo è un parassita”

Il quotidiano edito dalla Cei critica le parole del ministro dell'Interno sui Rom

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 26 Lug. 2018 alle 11:23 Aggiornato il 26 Lug. 2018 alle 11:29

Dopo il settimanale cattolico Famiglia Cristiana, anche il quotidiano Avvenire, edito dalla Conferenza Episcopale Italiana, attacca il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Il giornale ha dedicato la prima pagina di giovedì 26 luglio 2018 al leader leghista, criticando duramente una sua dichiarazione sui Rom.

“Ma nessun un uomo è mai un ‘parassita’”, si legge nel titolo.

Il riferimento è quanto detto il giorno prima da Salvini a proposito della chiusura dei campi Rom.

“Le presenze Rom in Italia superano le 150mila persone, i problemi sono legati a 30mila persone che si ostinano a vivere nei campi, probabilmente spinti da chi ci guadagna. Il problema è chi si ostina a vivere nella illegalità, questa sacca di minoranza e parassitaria, potrebbero anche essere svedesi o esquimesi”, ha affermato il ministro.

“Noi chiediamo semplicemente parità di diritti e doveri, i bambini devono andare a scuola, le auto devono essere assicurate e va fatta la dichiarazione dei redditi. Bruciare le cose con dei roghi tossici non fa parte della legalità”, ha sottolineato Salvini nel corso di una conferenza stampa al Viminale con la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Proprio giovedì 26 luglio, nella capitale, nonostante lo stop della Corte  Europea dei Diritti dell’Uomo, sono iniziate a le operazioni di sgombero del campo Rom di Camping River.

Il quotidiano Avvenire ha fortemente criticato le parole di Salvini.

“Lascia perplessi il linguaggio di un importante ministro della Repubblica a proposito di una minoranza variegata presente in Italia da tempo, quella dei rom, scrive nell’editoriale in prima pagina Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.

“Parlare come ha fatto Salvini di 30.000 persone che si ostinano a vivere nella illegalità, definendole ‘sacca parassitaria’, suona pregiudiziale verso una intera comunità, oltre che non corrispondente alla realtà”, si legge nell’editoriale.

Impagliazzo sottolinea che “le parole sono importanti, hanno un valore e un peso”.

“Se si tratta di personaggi pubblici, addirittura di figure istituzionali, l’uso delle parole è ancora più delicato perché vengono diffuse, amplificate, giungono alle orecchie di un pubblico vasto”, rimarca il presidente della Comunità di Sant’Egidio, associazione cattolica impegnata nell’aiuto alle persone disagiate.

“Queste parole possono influenzare le opinioni pubbliche e spesso sono dette proprio a questo scopo”.

Il giorno prima della prima pagina di Avvenire, il settimanale Famiglia Cristiana ha messo in copertina una foto  di Salvini accompagnata dal titolo “Vade retro Salvini”.

“La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro dell’Interno”, ha scritto il settimnale.

Salvini ha risposto agli attacchi di Famiglia Cristiana, e ad altri arrivati dalla stampa, tra cui quelli de L’Espresso e di Rolling Stone, con un post su Twitter.

“A odio e disprezzo rispondiamo col sorriso e col perdono! Vi voglio bene Amici”, ha twittato il leader della Lega.

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