Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Un imprenditore di Bolzano ha rinchiuso la compagna per due settimane in una cassone per le mele per aver alzato la voce con lui

Il terreno agricolo dove è stata nascosta la vittima appartiene proprio all'imprenditore. Credits: AFP

La 44enne è stata segregata per 14 giorni: l'uomo le concedeva soltatno una mela e una bottiglietta d'acqua al giorno

Di Viola Stefanello
Pubblicato il 31 Ago. 2018 alle 11:24

Reinhold Thurner, un imprenditore di Bolzano di 53 anni, ha rinchiuso per 14 giorni la compagna polacca di 44 anni con la quale stava da dieci anni in un cassone di plastica, non più largo di un metro, usato per la raccolta delle mele.

La donna è rimasta così sotto il sole cocente di agosto nella cassa per due settimane a Sommacampagna, nel veronese, poco lontana dall’autostrada Milano-Venezia, nutrita soltanto con una mela e una bottiglietta d’acqua al giorno e fornita solo di un lenzuolo per coprirsi.

La colpa della 44enne era quella di aver osato alzare la voce con lui in seguito a una lite, scatenata dalla donna per le condizioni lavorative pessime subite da sua sorella, anch’essa bracciante nell’azienda agricola di Thurner.

Così, insieme a un collaboratore della stessa nazionalità della vittima, l’imprenditore ha legato la donna, che lavorava per lui come bracciante, le ha chiuso la bocca con il nastro adesivo e l’ha rinchiusa in un cassone usato dalla tenuta agricola per raccogliere le mele, appoggiandoci sopra degli altri cassoni e chiudendo il tutto con delle cinghie per creare una cella a cielo aperto.

“Una scena agghiacciante si è presentata davanti ai nostri occhi e a quelli degli uomini polstrada quando abbiamo aperto quella cassa”, ha raccontato Ottavia Mossenta, il capitano dei carabinieri di Villafranca.

Leggi anche: La violenza sulle donne in Italia e nel mondo

Le urla della donna sono state sentite soltanto dopo 14 giorni di reclusione dal personale addetto al taglio dell’erba lungo l’autostrada A4.

Gli uomini hanno dato l’allarme, chiedendo ai carabinieri e alla polizia stradale di Verona sud di intervenire. I figli della donna, da Varsavia, avevano già esternato la propria preoccupazione dopo che dal 14 agosto non avevano più notizie della madre.

Ai carabinieri hanno raccontato il rapporto burrascoso della madre con Thurner, compagno da dieci anni e datore di lavoro, che era già stato violento con la donna in passato. Lei si era confidata solo con i figli, senza mai sporgere denuncia.

L’uomo aveva anche alle spalle una denuncia per violenza sessuale nei confronti di una minore risalente a 10 anni fa. Dalle indagini è ora emerso che nella sua azienda agricola lavoravano una decina di braccianti, tutti in nero.

Thurner è stato arrestato in flagranza per sequestro di persona e tortura, mentre si trovava tranquillamente sopra a un trattore a pochi metri dalla prigione della propria compagna.

Sia lui che il suo collaboratore polacco ora sono rinchiusi nel carcere di Montorio in attesa del processo.

Ma la vittima, uscita dall’Ospedale Magalini di Villafranca, non ha dubbi su chi sia il suo aguzzino: “Era molto deperita e sotto shock ma è riuscita a descrivere tutta la vicenda e quello che aveva subito”, ha raccontato il capitano dei Carabinieri.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version