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Nel mondo una persona su 113 è un rifugiato

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, l'Unhcr ha diffuso il rapporto Global trends 2015, con tutti i dati sui rifugiati, gli sfollati e i richiedenti asilo

Di TPI
Pubblicato il 20 Giu. 2016 alle 11:18

Il numero dei profughi costretti ad abbandonare le proprie case e i propri paesi di origine a causa di conflitti ha raggiunto il più alto livello mai registrato, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato che ricorre ogni anno il 20 giugno, l’Unhcr ha diffuso il rapporto annuale Global trends 2015.

Si stima che almeno 65,3 milioni di persone siano i rifugiati, i richiedenti asilo o gli sfollati alla fine del 2015, con un incremento di quasi 5 milioni in un anno. Ciò significa che una persona su 113 nel mondo è un rifugiato. 

L’Alto commissario dell’Unhcr, Filippo Grandi, ha dichiarato che un “clima di xenofobia preoccupante ha preso piede in Europa” e si fa fatica a far fronte alla crisi dei migranti.

L’afflusso di migranti, il più grande dalla seconda guerra mondiale, ha portato a un crescente sostegno ai gruppi di estrema destra e alle politiche anti-immigrazione. Nel suo rapporto annuale in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, l’Unhcr ha detto che si tratta della prima volta in cui il numero di rifugiati nel mondo ha superato i 60 milioni.

Più della metà del totale proviene da soli tre paesi: Siria, Afghanistan e Somalia. Si stima che 24 persone al minuto siano stati costrette a fuggire dalle loro case nel 2015. La metà di loro sono bambini sotto i 18 anni. 

La Turchia è il più grande paese di accoglienza per i rifugiati in tutto il mondo, con 2,5 milioni di persone, seguita da Pakistan e Libano. Più di 1.011.700 migranti sono arrivati ​​in Europa via mare l’anno scorso, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Circa 35.000 sono arrivati ​​via terra.

Le destinazioni preferite per la maggior parte di loro sono stati i paesi più ricchi del nord Europa, come la Germania e la Svezia. La crisi migratoria europea ha causato notevoli spaccature politiche all’interno dell’Unione europea, tanto che alcuni stati dello spazio Schengen hanno costruito recinzioni e controlli sempre più stringenti.

Il 18 marzo scorso l’Unione europea ha stretto un accordo controverso con la Turchia per la gestione dei migranti in arrivo da est. I gruppi per la tutela dei diritti umani hanno fortemente criticato il piano. Migliaia di persone continuano a fare viaggi pericolosi nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare.

Il rapporto riferisce inoltre le nazionalità degli sfollati interni. La Colombia, la Siria e l’Iraq hanno il primato:  

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