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Ricordando i morti di Reggio Emilia

Il 7 luglio 1960 cinque manifestanti morirono in uno scontro di piazza nella città emiliana

Di TPI
Pubblicato il 7 Lug. 2017 alle 18:04

Il 7 luglio 1960 a Reggio Emilia, nell’ambito di alcuni scontri tra i manifestanti che avevano aderito a una protesta della CGIL e le forze dell’ordine, cinque persone, Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli, rimasero uccisi, divenendo noti con il nome di morti di Reggio Emilia.

Nel 1960, in Italia, fu nominato capo del governo il democristiano Fernando Tambroni, che per governare chiese e ottenne l’appoggio al Movimento Sociale Italiano, partito considerato d’ispirazione neofascista, causando dure reazioni sia all’interno della stessa Democrazia Cristiana che tra i partiti della sinistra.

Oltre questo, Tambroni acconsentì allo svolgimento nel giugno del 1960 del congresso dell’MSI a Genova, città dalla forte tradizione antifascista e da poco insignita della medaglia d’Oro per la Resistenza.

All’inizio di luglio, in tutta Italia si svolsero numerose manifestazioni contro le decisioni di Tambroni, e il 6 luglio a Reggio Emilia la CGIL locale organizzò uno sciopero generale per il giorno successivo. Tuttavia, la prefettura non autorizzò lo svolgimento di manifestazioni di piazza, ma solo all’interno di una sala di 600 posti.

Il giorno seguente, 20mila persone scesero in piazza a Reggio Emilia, e nel pomeriggio la manifestazione pacifica venne colpita da alcune cariche della polizia. Ne nacque uno scontro con i manifestanti che cercarono riparo dietro a qualsiasi oggetto, e nella confusione la polizia aprì il fuoco, causando la morte di cinque persone.

Morirono così il 19enne Ovidio Franchi, il 22enne Lauro Farioli, e i tre ex partigiani Marino Serri di 41 anni, Emilio Reverberi di 36 e Afro Tondelli di 39.

In seguito ai numerosi incidenti che ebbero luogo in quei giorni, il governo Tambroni il 19 luglio rassegnò le proprie dimissioni. La DC abbandonò gradualmente ogni dialogo con l’MSI e, pochi anni dopo, iniziò a collaborare con il PSI, dando origine ai primi governi di centrosinistra.

I morti di Reggio Emilia sono stati ricordati da un monumento e dal nome di una piazza nella città emiliana, oltre che in una celebre canzone di Fausto Amodei, chiamata appunto Per i morti di Reggio Emilia.

Sotto: la canzone di Fausto Amodei

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